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Yuasa Battery. Nel mondo di Ortenzi. "Sono pronto per la Superlega. Il derby con la Lube? Un'emozione. Fedrizzi? Forte e bello da vedere"

27 Aprile 2024

di Raffaele Vitali

GROTTAZZOLINA  - A 43 anni Julio Velasco vinceva un paio di medaglie d’oro con la Nazionale italiana di pallavolo. A 43 anni Marcello Lippi iniziava a costruire la sua scalata al calcio che conta dalla panchina del Cesena. A 43 anni Sergio Scariolo veniva eletto miglior allenatore del campionato di basket. A 43 anni, Massimiliano Ortenzi, fresco dominatore dell’A2, calcherà per la prima volta il campo di gioco della Superlega con la ‘sua’ Yuasa Battery Grottazzolina.

Coach Ortenzi, c’era una volta il 2008…

“Credo nelle coincidenze. Stavo scrivendo un post personale ed esordivo proprio con un ‘15 anni fa ricominciò tutto’… Se volgo lo sguardo indietro al punto, mi rendo conto che fu una fase difficile. Venivamo da un’annata dove mi sono trovato allenatore in una società che stava fallendo. Quando con Rossano Romiti abbiamo convocato i giocatori in una riunione a casa sua il messaggio fu chiaro: finiamo la stagione, retrocediamo e poi ripartiamo. Ed è stato incredibile, perché c’era l’idea di non voler lasciare morire la pallavolo in una terra che l’amava, ma non c’era la percezione di cosa andavamo a fare”.

Una lenta cavalcata?

“Abbiamo ricominciato a riavvicinando sponsor e persone, il settore giovanile era buono, è cominciato a vere a galla che si poteva fare davvero qualcosa di bello. E lì è nata l’idea di tornare in serie A in dieci anni”.

Quando ha capito che questo sarebbe stato l’anno buono per salire tra i big?

“Quando abbiamo vinto a Siena senza Marchiani a dicembre. Avevamo vinto in casa con Ravenna mentre lui si faceva male. Siamo andati in campo con Lusetti, un ragazzo molto bravo, ma è la squadra che ha dimostrato di poter giocare con ogni elemento del gruppo senza perdere le caratteristiche. Sapete, ho almeno quattro ragazzi che odiano proprio perdere”.

Alzano il livello dei compagni?

“Sono un martello per tutti. E questo porta anche a confronti duri in alcuni momenti, ma ha fatto capire a tutti che non ci si può accontentare”.

Si parla sempre dell’attacco, ma la Yuasa ha chiuso con la miglior ricezione. Qui c’è la mano del coach o una predisposizione?

“Siamo la squadra che fa più battuta e ricezione in serie A. Per me sono due fondamentali importantissimi. E credo che la pallavolo moderna abbia nella battuta l’assetto chiave. Alleandola, ovviamente, cresci anche nel ricevere. Diciamo che lavoro e talento viaggiano insieme”.

Giovani ed esperti in squadra, un mix replicabile in Superlega?

“La differenza tra giovani ed esperti lascia il tempo che trova. Ravenna aveva Bovolenta e Orioli, due giovanissimi, ma hanno già giocato una finale Europea, un Mondiale, cosa hanno meno di un giocatore come Fedrizzi? Ci deve essere una buona chimica tra i giocatori, servono esperienze di vita e non solo di campo. In Superlega servono giocatori che hanno provato più squadre, poi il giovane che non ha conosciuto il professionismo è utile. Poi, siamo chiari, la Superlega ha bisogno di giocatori che possono fare la categoria”.

Lei si sente ora un allenatore da Superlega?

“Adatto non lo so, non l’ho fatta mai. Ma l’ho guardata. Ho tanti amici importanti che allenano come Lorenzetti e altri marchigiani. Con loro mi confronterò, ho molto da chiedere e da imparare. Sicuramente è uno stimolo per tutti. Sull’allenare, ci si adatta a un campionato che non si conosce. Non credo cambi poi tantissimo, di certo le dinamiche di gestione di atleti che arrivano da esperienze più importanti”.

Grottazzolina non avrà il budget delle big, ma cosa può offrire a un giocatore importante?

“Al netto del fatto che faremo la Superlega, la faremo con il nostro stile: la familiarità. Il professionismo lo costruiremo passo passo. Sarà la nostra spinta in più per superare il gap di budget, che avevamo anche quest’anno. Ci sono squadre che hanno speso più di noi e no sono arrivate ai playoff”.

Breuning per lei è stato una sorpresa?

“Non ho mai avuto dubbi. Quando lo abbiamo confermato a febbraio, facendogli una offerta importante, ero sicuro che dovevamo ripartire da lui. E non solo, abbiamo fatto di tutto pe trattenerlo, ma ha firmato già da mesi con la squadra greca. Troppo forte come giocatore”.

Molti degli attuali giocatori dovranno restare in A2, sicuramente da protagonisti, quanto difficile sarà dirglielo?

“Su qualcuno dobbiamo prendere ancora delle decisioni. Credo e ne sono certo che nel nostro gruppo squadra, tra i titolari, di giocatori per la Superlega ce ne sono. Magari saranno protagonisti in modo diverso e non giocheranno tutti insieme. A oggi ne abbiamo due sotto contratto e ci aiuteranno a ripartire”.

Tra i tanti si parla poco dei due centrali, sono cresciuti nel corso dell’anno?

“Due giocatori diversi. Canella veniva dalla panchina, era alla prima vera esperienza da titolare. La crescita è stata fisiologica. Mattei ha avuto bisogno di un adattamento, veniva dalla Superlega, giocata tra bene e male, ma quando ha capito il ruolo all’interno della squadra e ha individuato quello che poteva fare ha svoltato”.

Ortenzi, finalmente è lei il fratello che conta in famiglia?

“Ci scherzo sempre con Michele. Ci siamo divisi gli ambiti, uno si occupa di politica (è sindaco di Montegiorgio e presidente della Provincia, ndr) e uno dello sport. Così ci compensiamo. Negli ultimi anni abbiamo consolidato il rapporto, abbiamo molti amici in comune e questo ci ha avvicinato e reso più complici. Ci unisce la passione”.

Oggi Yuasa, ieri Videx. Che differenza tra i main sponsor Sopranzi e Marcantoni?

“Stefano (Sopranzi) è più vicino a me per età ed essendoci stato con lui dal suo inizio lo conosco meglio. È un tifoso vero, non solo main sponsor. Si sente dentro le partite, partecipa fisicamente. È molto presente, vien agli allenamenti quando può, chiede. Rossano (Marcantoni, ndr) è stato negli anni presente e silenzioso. L’altro giorno, dopo la vittoria, ho risposto a un suo messaggio così: se siamo arrivati dove siamo, molto del merito è chi per 28 anni ci ha creduto e investito”.

Che giocatore vorrebbe in squadra pensando agli atleti della Superlega?

“Due nomi li faccio: De Cecco, che ti incanta, e Lavia, ecco i sogni. Sono espressione della pallavolo, uniscono gesti tecnici incredibili alla bellezza dei movimenti. In questo anche Fedrizzi è speciale, lui è proprio bello da veder giocare”.

Pronto al derby con la Lube?

“Fa strano solo dirlo. Di certo sarà qualcosa carico di emozioni. Sono cresciuto andando a vedere la Lube al Fontescodella, ho visto giocare anche Zorzi, che il 4 maggio sarà con noi per un evento. Giocare contro di loro sarà un’emozione forte. Ma arriverò pronto”.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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