AMANDOLA – La silver economy è cruciale per lo sviluppo dei territori. Ancora di più per le aree interne, che il sindaco di Amandola, Adolfo Marinangeli, preferisce chiamare ‘aree in crescita’.
Una nuova iniziativa dal nome Progetto Serenity Sibillini Sicuri è partita. “Noi lavoriamo per aumentare i servizi di un’area che sta raccogliendo i frutti di un lungo lavoro. Con il nuovo ospedale, ma con tanto impegno quotidiano la rinascita ormai è tangibile”.
Oggi un servizio alla persona, domani una nuova libreria dedicata ai ragazzi, ai bambini, con all’interno spazi per laboratori affidati a un gruppo di pedagogisti che hanno scelto Amandola utilizzando la linea C del bando borghi che ha finanziato 42 attività in tre comuni: Amandola si muove. Sono ventidue le attività finanziate con 1.6 milioni di euro a fondo perduto. “Avremo quindi uno spazio mirato che porterà nuova vita in piazza e soprattutto garantirà esperti nella nostra città, con la speranza di avere in futuro una vera scuola di pedagogia”.
Questo per far capire che si guarda ai più piccoli come ai più anziani, che sono il focus del nuovo progetto condiviso con la Croce Rossa e il partner operativo, l’impresa sociale Azzurra. In prima linea c’è la signora Ines, testimonial del progetto che ha donato la sua immagine per promuovere e testare il sistema.
Daniele Chiarini è il referente dell’impresa sociale Azzurra che ha vinto il bando di gestione del servizio. “Abbiamo studiato un sistema di assistenza e di vicinanza e cortesi nei confronti delle persone meno giovani che vivono da sole a casa, che sono autosufficienti ma che hanno necessità di un collegamento che aumenti la sicurezza familiare” spiega.
Il suo è il frutto di una visione politica chiara: “Avevamo vinto un bando del Gal Fermano, poi abbiamo intercettato ulteriori fondi e li abbiamo convogliati per potenziare il progetto di Azzurra” riprende il sindaco. Sono nati così i braccialetti che geolocalizzano la persona e rilevano le attività, ma soprattutto hanno un pulsantino che permette di comunicare, chiedere aiuto e assistenza. Lo mostra con orgoglio la signora Ines
Il progetto prevede un’assistenza h24, ogni giorno dell’anno. “Implementiamo così il progetto ‘Montagna sicura’ che prevede dispositivi elettronici per i turisti, per chi vuole andare in montagna e sentirsi sicuro. Un braccialetto che viene riconsegnato al termine dell’escursione, che non deve mai diventare una tragedia. Serenity è un passo in avanti”.
Come ribadisce l’assessora Rita Grazioli che con Elisa Marinozzi, membro dello staff del sindaco, ha seguito tutto l’iter. Amministratrici affiancate da Pro Loco, circolo degli anziani, oltre che dalla Protezione civile sempre pronta a partire insieme con la Croce Rossa dei Sibillini, “per cui presto inizieranno i lavori in modo da garantire una palazzina che sarà la casa del sistema dei soccorsi amandolesi, con un investimento di un milione di euro”.
Nel dettaglio entra Daniele Chiarini, di professione assistente sociale: “Serenity è un progetto nato nell’estate del 2024. Siamo partiti dalla costa, dove vive Ines, e oggi siamo arrivati in montagna. Parte dall’idea di contrastare la solitudine della persona. Come associazione ci occupiamo da sempre di assistenza domiciliare, ma volevamo andare oltre, raggiungere il fragile non solo nel momento della difficoltà”.
Da qui l’obiettivo sicurezza. “Abbiamo salvato una vita, o meglio abbiamo contribuito. Una signora è caduta in casa, il telefono sopra il tavolo, i figli fuori, il braccialetto è scattato, l’abbiamo contattata via braccialetto, abbiamo chiamato i figli che sono tornati e hanno aperto la porta. È arrivata poi l’ambulanza, portata in ospedale, operata e oggi è di nuovo in cammino serena” riprende Chiarini.
Questa è la mission: fornire il dispositivo ai cittadini Amandola. “Per noi è la vera start up, per noi la città dei Sibillini è un incubatore di servizi e li forniremo insieme con le realtà del territorio. Anche per quanto riguarda il sempre più richiesto taxi sociale”.
Serenity è anche altro, si parla di teleconforto. Difficile da capire? Basta far parlare la signora Ines: "Mi sono fidata, porto il braccialetto giorno e notte. Vivo tranquilla e serena, qualsiasi cosa mi possa succedere ho la mia assistenza, immediata. Ogni giorno ho una telefonata che mi chiede ‘tutto a posto?’. Il braccialetto è semplicissimo, basta solo toglierlo quando è scarico, avvisa di tutto anche attraverso dei led se uno non sente.se malauguratamente uno cade, già il braccialetto può rilevare la caduta, altrimenti basta la piccola pressione, si attiva la chiamata e il braccialetto suona come il telefono e chiede se tutto a posto” spiega determinata.
Il braccialetto lampeggia verde, i parametri sono a posto. Se c’è qualcosa che non va, diventa rosso e immediatamente parte la chiamata dalla centrale. “Monitorizza la pressione, la saturazione, avverte se qualcuno dimentica le medicina. Sono in grado di usarlo? È facilissimo, fa davvero tutto da solo, l’unico impegno è la ricarica”. Vive sola e tranquilla Ines, è autosufficiente e se ho bisogno so di avere il mio braccialetto”. Il tutto a una quota di 50 euro al mese, per garantirsi il servizio quotidiano anche di telefonata, il costo del braccialetto è invece ‘coperto’ dal Comune.
“Serenity e montagna sicura sono parte del progetto macro del comune. La nostra popolazione anziana – ribadisce l’assessora Grazioli - è fondamentale, è il nostro patrimonio culturale. Stiamo lavorando per una casa di riposo, ma anche a un centro di social housing, dove l’anziano potrà vivere da solo, ma in realtà in comunità”.
La chiusura è per Elisa Marinozzi, infermiera di professione: “Grazie ad Azzurra, offriamo un servizio che fa parte di me, come infermiera ho sentito la mancanza di una rete territoriale così strutturata. Abbiamo un sistema sanitario ospedale-centrico, è cruciale creare una rete operativa. Non si parla di malati, ma di persona. Siamo in ritardo come sistema sanitario, ma ci stiamo avviando”.
Il messaggio è semplice: Amandola è un incubatore di servizi, altri communi si avvicineranno e sperimenteranno. Il braccialetto, e tuto il sistema, non è pensato solo a persone sole, ma anche a chi ha una rete familiare che magari è lontana, per lavoro o per necessità.
“Più volte al giorno chiamiamo la persona per capire come sta, per essere sicuri che lo stato psico sociale sia buono. Purtroppo o per fortuna siamo un punto di riferimento. Il progetto ha un gadget iniziale di 50 utenti (oggi lo stanno usando persone tra i 68 e i 94 anni, ndr), nell’arco di tre anni speriamo di triplicare i numeri. E’ un progetto che si fonda sulla relazione. A casa andiamo noi, c’è una indagine sociale sulla persona. Non vendiamo un folletto, c’è tutto un percorso” conclude Chiarini che incassa il primo grazie, quello del presidente del centro anziani, Francesco Luciani.