FERMO - Si è alzato all’improvviso, naturale e forte, il grido ‘Viva l’Italia antifascista’. In quel momento veniva posizionata la corona d’alloro in piazza del Popolo, accompagnata da Bella Ciao.
Fermo così ha ricordato il 25 aprile, il giorno della Liberazione, il momento in cui la Resistenza ha trovato il suo compimento. In prima fila il sindaco Paolo Calcinaro affiancato dal prefetto Edoardo D’Alascio, dal presidente della Provincia Michele Ortenzi e dal senatore Francesco Verducci. Con loro, Paolo Scipioni, giovane presidente dell’Anpi.
Proprio Scipioni, intervento all’auditorium San Filippo dopo la cerimonia, ha ricordato una serie di figure che hanno lottato per la libertà di ognuno. Li ha chiamati per nome. Mario, Bruno, Amedeo, Joyce, Ada, Zeno. “Ognuno di loro ci ha permesso oggi di bere un sorso di libertà. Ogni loro conquista, però, viene messa in discussione quando vediamo episodi di caporalato, quando vediamo che qualcuno muore per il lavoro, quando una guerra esplode e fa vittime, quando la nostra umanità viene meno. Dobbiamo pensare invece a chi ha lottato per la nostra libertà e ricordare che l’antifascismo non è uno slogan. È in ognuno di noi”.
Parole chiare anche dal sindaco Paolo Calcinaro: “il mio bisnonno Dante dovette scappare da Ancona, i fascisti non lo volevano. Ha trovato rifugio a Fermo. il 25 Aprile ci ricorda anche di non abbassare la guardia”.
Un intervento appassionato quello del prefetto: “Oggi ricordiamo anche Ada Natali, prima sindaca donna d’Italia, simbolo di resistenza e di rinascita. Insieme dobbiamo riflettere anche sui valoro che hanno generato l’Europa, quelli che ci hanno portato oltre i nazionalismi ridando centralità alla dignità umana. Di tutto questo dobbiamo essere testimoni nelle nostre vite e soprattutto verso i giovani”.
Ad Ada Natali l’Anpi ha dedicato un concorso e proprio il 25 aprile vengono premiati i migliori elaborati: quest’anno a vincere è la scuola media di Servigliano che con le classi 3E e 3F che hanno dato voce a prigionieri e partigiani che si sono mossi nel fermano.
Un Fermano rappresentato anche da Ortenzi, “va reso sempre attuale quel tempo di lotta”, e da Verducci, “non dimentichiamo mai chi ha avuto il coraggio di stare dalla parte giusta creando così un mondo di diritti”.
Legato alle Marche è stato anche Riccardo Segni, rabbino capo della comunità ebraica in Italia: “Per gli ebrei italiani in quel periodo non c'era possibilità di scelta, nel senso che il nemico che voleva annientarti fisicamente era il nazifascismo e quindi il momento in cui il nazifascismo è stato sconfitto è stato un momento nel quale abbiamo tirato un grande respiro di sollievo. Ricordare il 25 aprile per questo è importante, come il momento in cui abbiamo smesso di soffrire”.
Ricorda il periodo della Resistenza, vissuto da suo padre che “dopo la durezza delle leggi razziali, nel settembre 1943 quando ci fu la richiesta dell'oro alla comunità ebraica di Roma da parte di Kappler, mio padre capì il rischio e scappò via rifugiandosi nelle Marche con la famiglia e lì si unì alla banda partigiana che si era appena costituita".
Così come è legato alle Marche il vicepresidente della Lombardia, Marco Alparone: “La storia - ha sottolineato - che ci permette oggi di essere qui, di essere liberi, di vivere in un Paese democratico, è frutto del sacrificio di donne e uomini che, come ho detto, non sono solo una storia, ma la storia delle nostre famiglie. Io ricordo sempre mio zio, maresciallo dei carabinieri deportato, mio suocero, che mi raccontava che dopo l'8 Settembre è stato catturato dai tedeschi e portato nelle Marche, nei campi di lavoro”.
Cerimonie anche in altri comuni della Provincia. A Porto San Giorgio il sindaco Valerio Vesprini, accompagnato dalla vice sindaca del Consiglio comunale dei ragazzi Margherita Tullio, ha voluto leggere il contenuto della lapide collocata sull’ex palazzo comunale di Scandicci. “Ricorda, o cittadino, questa data. E spiegala ai tuoi figli. E ai figli dei tuoi figli. Racconta loro come un popolo in rivolta ci liberasse un giorno dall’oppressione"
Ad Amandola il sindaco Adolfo Marinangeli insieme con le associazioni combattenti ha deposto la corona di alloro davanti al monumento dedicato ai caduti di tutte le guerre e delle missioni di pace.