di Raffaele Vitali
FERMO – Sono tanti, spesso silenziosi, di certo sono parte della città: sono gli studenti universitari iscritti ai corsi di laurea della Politecnica nelal sede di Fermo. Tre di loro, Sonia D’Agostino, Simone Angelici, Samuele De Sanctis, raccontano quello che ruota attorno al loro mondo.
Partiamo dai costi, Fermo è economica?
“La media di una stanza è 220 euro con uso degli spazi comuni. Più spese. Zona chiave è quella di Santa Caterina, poi alcuni scelgono la zona del centro storico”.
Case adeguate?
“Appartamenti decenti, un po’ datati ma non possiamo lamentarci, rispetto ad altre città”.
Come si trova una casa?
“Annunci online. Principalmente lo fanno i privati. Alcuni usano le agenzie, ma solo la minoranza. In media appartamenti per tre-quattro persone. Ma soprattutto fuori dal centro si arriva anche a sei e con due soli bagni diventa dura”.
Chi è lo studente tipo?
“Arriva da Molise, Puglia o Abruzzo. Per lo più per frequentare Ingegneria gestionale. Spesso chi viene e poi si trasferisce poi torna. Come capitato a uno di noi, che era andato a Genova”.
Perché Fermo?
“Ha un’ottima logistica. La Politecnica ha un sistema che ti segue bene, professori molto attesi. La città è tranquilla, ti permette di relazionarti con gli altri studenti. Diciamo che è un grande paese. Ci conosciamo tutti, tanto che tra gli studenti gli appunti si passano, non c’è una compravendita”.
Questo mondo va bene per la Triennale, poi?
“Molti scelgono questo corso per restare vicino a casa e poi se en vanno per la Magistrale. Ma è un errore. Le Marche danno diverse opportunità di lavoro. Le aziende sono tante. Ci sono vari poli e l’università apre molte porte”.
Veniamo ai problemi, quali dovete affrontare?
“Il primo è quello dei trasporti. Pagare 1,80 euro per una corsa da Fermo a Porto San Giorgio è inaccettabile. Su questo si può e si deve agire lavorando su tariffe da studenti insieme con la Steat”
Avete luoghi di incontro?
“In realtà pochi. Per fortuna San Rocco in piazza. Per lo più si fanno feste in casa. Prima c’erano locali, verso la costa, vediamo se riprendono dopo la fase pandemica”.
Cosa manca?
“Di certo spazi all’aperto per studiare. C’è solo il piccolo giardino della facoltà. Mancano aree attrezzate, siamo convinti che il parco della Mentuccia, vista la vicinanza alle zone più abitate dagli universitari, sarebbe l’ideale”.
Tornando a ingegneria, garantisce davvero un futuro?
“Ce lo dicono sempre tutti. Con il tirocinio ci proviamo, di solito permette di entrare. È la magistrale però che dà lavoro”.
Chi è lo studente tipo?
“La maggior parte arriva da scientifico e istituti tecnici. Con il classico all’inizio si soffre, per la matematica, poi però le differenze non ci sono”.
Per concludere, su cosa può lavorare l’amministrazione comunale?
“Parco a parte, potrebbe cercare di creare un sistema di affitti agevolati per gli studenti. Sapendo che chi viene a Fermo evita la doppia, quindi favorire i locatari che garantiscono qualità e correttezza verso noi studenti”.