FERMO - “Varano norme inefficaci, che hanno il solo scopo di porre la spunta alla lista delle cose da fare, dando l’impressione di un’amministrazione efficiente. Ma nel quotidiano non è proprio così. Tutt’altro”. È dura l’analisi di Stefano Violoni, presidente Anche Marche, del nuovo provvedimento che il Governo che entrerà in vigore da ottobre e prevede una patente a punti per le imprese edili.
Violoni, cosa non la convince?
“La proposta di una patente a punti è l’ennesima evidenza dello scollamento che esiste tra il legislatore burocrate e la realtà tangibile del mondo del lavoro”.
Perché non le piace la misura del Governo?
“Le regole esistono e non occorre inventarne di nuove e fantasiose: sarebbe sufficiente farle applicare a tutti coloro che accedono al cantiere. Dove operano figure che rispondono a contratti molto diversi tra di loro. Per cui meglio parlare di formazione nell’ambito della sicurezza del cantiere a tutti gli altri attori coinvolti”.
Gli infortuni non sono però un problema reale?
“Senza dubbio, sono un dramma sociale e umano la cui soluzione rappresenta una priorità per le istituzioni, per il sistema industriale e per il Paese nel suo complesso. E la sicurezza è un tema prioritario per le imprese che rappresento”
Quale è la situazione nelle Marche?
“Da anni investiamo in prevenzione. Tanto che le imprese edili delle Marche hanno visto scendere, dal 2018 al 2022, i numeri delle vittime nei cantieri”.
Ma perché è così complesso garantire la sicurezza?
“Lo sviluppo di un cantiere non può seguire procedure standard, programmabili e prevedibili come avviene all’interno di uno stabilimento. È, dunque, inevitabile che al suo interno siano presenti rischi più elevati rispetto ai luoghi di lavoro delle altre categorie produttive. Le misure di prevenzione messe in atto nei cantieri, attraverso la sorveglianza ma soprattutto la formazione continua, permettono di mitigare e abbattere notevolmente questo elevato livello di rischio”.
Che si possa migliorare lo dicono comunque i numeri, e Violoni non li mega, anzi li mette tuti sul tavolo. Nel 2022, ultimo dato censito, nelle Marche gli infortuni sono stati 1492, conto i 2872 delle attività manifatturiere, i 1736 del settore trasporto-magazzinaggio e i 2575 dell’ambito sanitario.
"Ogni infortunio è una ferita per il sistema, ma questo per far capire che il problema non è solo e soprattutto nelle costruzioni” conclude il presidente Ance.
Raffaele Vitali