FERMO – Per sette giorni i violini risuoneranno tra le vie del centro storico: il Concorso Postacchini dal 18 al 25 maggio, con una anteprima il 16, riempirà la città di note musicali. Si esibiranno 123 violinisti da cinque continenti. Tutto reso possibile dal conte Gigliucci e dal fondamentale supporto di Carifermo e Fondazione.
Il sindaco Paolo Calcinaro torna con il ricordo agli anni pre pandemia: “Siamo di nuovo il riferimento internazionale. Tornano i cinesi, connessione che aiuterà anche il recupero dei flussi con il conservatorio Pergolesi. Il tocco di internazionalità è importante su più fattori: culturale e promozionale. Buon Postacchini a tutti”.
Il conte Giulio Gigliucci, presidente dell’Antiqua Marca Firmana, realtà che vive di volontariato e raggiunge grandi risultai culturali, è il vero protagonista: “La competizione intitolata al liutaio, presenta tante peculiarità, ma la musica è la prima protagonista”. La novità è l’esperto musicale, Paolo Andreatta, che per tutto il periodo del concorso resterà a Fermo.
Dove c’è qualità c’è la Fondazione Carifermo, non esita mai il presidente Giorgio Girotti Pucci: “L’organizzazione è stata abile a portare avanti il Postacchini anche durante il periodo più buio. E questo va a merito del conte e dell’organizzazione. Quindi esserci oggi è ancora più dovuto. Spero che Fermo con tanti giovani violinisti vita il suo splendore”.
Marchetto Morrone Mozzi è la voce della Carifermo: “Cultura e formazione restano fondamentali negli interventi della nostra banca. Sono orgoglioso come fermano, vedere giovani di ogni angolo del mondo girare. Respirare l’internazionalità serve a tutti”.
L’anno scorso, il trentesimo, è stato il primo vero per l’assessora Micol Lanzidei: “E’ vero che Fermo respira il Postacchini, si va oltre la serata finale. Concorrenti che si passano le emozioni come le famiglie, che vivono Fermo. Quando c’è voglia e talento, si può fare davvero tutto. E poi quando i violinisti entrano negli Isc della città, per portare l’esempio dei talenti dentro i luoghi della formazione. Con i piccoli che rimangono a bocca aperta davanti alla bravura. È davvero un connubio di arte, bellezza, esperienza e formazione” ribadisce l’assessora. Un festival che fa anche squadra coinvolgendo il Circolo di Ave, il gioiellino di Fermo che regala perle durante l’anno con i suoi concerti a palazzo Brancadoro e non solo.
Infine, l’esperto chiamato per far crescere il Postacchini: Paolo Andreatta, giornalista che si occupa di musica classica, un critico musicale. “Un concorso che si conferma di altissimo livello, riconosciuto nel mondo grazie ai numeri. Fermo diventa la capitale del violino” riprende citando una serie di vincitori che poi hanno avuto una grande carriera.
“Artisti da cinque continenti, con tanta Europa tra Italia, Spagna, Germania, Francia. E poi il mondo con Cina, Singapore, Stati Uniti, Corea del Sud, Giappone, Indonesia e Australia. Quattro le categorie con la concorrente più giovane non ha ancora compiuto 8 anni, per pochi mesi. Saranno accompagnati da quattro pianisti ufficiali. Giuria che conferma l’alto livello con sette membri, presidente di commissione è il tedesco Ulf Schneider. Le esibizioni inzieranno dal cognome con la A, lettera estratta dal sindaco.
Ad aprire il festival sarà Iskandar Widjaja che suonerà uno ‘Stradivari 1725’ chiamato ‘Primo’ e realizzato dal liutaio Giacomo Nibid. Ambito il concorso anche per il montepremi finale, che è di 30mila euro. Al vincitore andrà il violino ‘Primo’ e un archetto realizzato da Giovanni Lazzaro. “Un violino realizzato per l’edizione 2020 che oggi viene assegnato” riprende Baratta. A condurre la cerimonia finale al teatro dell’Aquila è l’attore Daniele Vagnozzi, sul palco con i vincitori che poi spesso trovano posto nei concerti delle grandi orchestre, come accaduto un anno fa con la Form del direttore artistico Di Rosa.