FERMO – Nessuna condanna preventiva, “prima aspettiamo che i fatti siano accertati dalla magistratura”, ma vicinanza a chi avrebbe subito maltrattamenti, “dai bambini ai familiari”. Così i vertici dell’ordine TSRM PSTRP, il mondo degli Educatori Professionali delle province di Ancona, Ascoli Piceno, Fermo e Macerata. Intervengono in merito ai fatti denunciati sui maltrattamenti che sarebbero avvenuti in un casa famiglia fermana.
“La nostra non vuole essere una condanna verso chi ha operato in maniera non professionale, ma vuol far emergere quelli che sono gli aspetti fondamentali che caratterizzano il delicato lavoro dell’educatore che si muove in contesti di disagio e marginalità sia con persone minorenni che non persone in età adulta”. Contesti che richiedono formazione continua: “Il lavoro dell’educatore professionale in una struttura di questo tipo è quello di andare a “riparare” e “ricucire” un danno subìto attraverso gli strumenti suoi propri, perché la persona fragile ed esposta possa superare il trauma attraverso un percorso di tipo riabilitativo”.
La comunità per minori diventa quindi non solo uno strumento di tutela, ma anche opportunità di recupero della relazione con l’adulto. “Se queste figure però assumono atteggiamenti speculari se non peggiori di quelli sperimentati nel contesto socio-familiare di provenienza, il danno potrebbe essere davvero irreversibile” commento Riccardo Verdecchia, presidente commissione d’albo educatori professionali.
È fondamentale quindi essere seguiti anche una volta avviata l’attività lavorativa: “Essere iscritti all’ordine è una garanzia. Si scopre come il ruolo di verifica delle capacità e idoneità degli iscritti sia fondamentale, come pure il controllo sull’abusivismo e su chi millanta capacità e conoscenze pratiche” conclude Jacopo Negri Presidente Ordine.