FERMO - Ci ha messo quasi sessant’anni, una donna vittima di violenza da giovanissima, per raccontare la sua storia. Avrebbe voluto farlo davanti a uno schermo, ma non c'è riuscita. Allora ha scritto una lettera, dove racconta i suoi dodici anni.
Le violenze di quel preside che avrebbe potuto essere suo padre e il silenzio della madre. Quell’uomo, alla fine se l’è sposato, ma le sofferenze non sono finite. «Non ci si deve far trascinare dall’accettazione di una gabbia dorata, da chi ci convince che non siamo in grado di volare e ci toglie la voce per cantare. Fate voi il miracolo», l’appello alle donne che da quella gabbia faticano a uscire. Un momento toccante, vissuto oggi pomeriggio nel corso dell’incontro a distanza organizzato da Azzurro Donna, il movimento femminile di Forza Italia, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
«Dovrebbe essere un argomento desueto – ha esordito la responsabile regionale Alessandra Petracci –, perché l’uomo che si comporta con tanta violenza contro la donna vive ancora all’età della pietra». «Il dialogo – ha aggiunto – è fondamentale in tutti i rapporti, soprattutto d’amore».
I dati dei centri antiviolenza parlano di un significativo aumento di abusi domestici nei mesi della pandemia. Chiuse in casa con il loro aguzzino, tante donne hanno subito e continuano subire violenza, fisica, psicologica ed economica. Un fenomeno non nuovo, negli ultimi anni venuto sempre più a galla grazie a una maggiore consapevolezza e a una rete di sostegno di cui, nel Fermano, da oggi fa parte anche l’Isc di Monterubbiano.
Una piaga dura a morire, si diceva, che con il tempo ha preso sfaccettature diverse. Ne ha parlato Fabrizio Ortenzi, ginecologo e sessuologo, prima al Murri, poi all’ospedale di Porto San Giorgio. Ha raccontato di come, nella sua lunga esperienza, sia più volte venuto in contatto con donne vittime di violenza. Dalla ragazza che non riusciva ad avere rapporti sessuali perché, da piccola, era stata abusata da un amico di famiglia, alla donna maltrattata e denigrata dal marito. «Episodi – ha spiegato Ortenzi – in cui, sotto processo, quasi sempre finisce la donna e non il carnefice e in cui i maggiori accusatori della vittima sono le stesse donne».
La strada verso l’uscita dalla violenza è ancora lunga, ma i primi passi sono stati fatti. «Questo aumento della violenza, nonostante l’inasprimento delle pene e il riconoscimento di crimini che prima non c’erano – le parole di Laura Cognigni, membro della Commissione regionale Pari opportunità – ci deve far pensare che quanto fatto finora non basta. Che bisogna intervenire all’interno della società. Tanti piccoli passi verso la parità di genere». Che passano, anche e soprattutto, per l’indipendenza economica. Se le donne non denunciano gli abusi spesso è proprio perché dipendono economicamente dal partner violento.
Sapere di poter contare su un sostegno economico potrebbe fare la differenza. È quello che chiedono di introdurre le donne di Forza Italia. “Soccorso di libertà” il nome della proposta di legge presentata stamattina alla Camera. «Non possiamo restare sull’Aventino e dire di no a tutto. Dobbiamo consentire a queste donne di andarsene subito», ha spiegato la presidente di Azzurro Donna, Catia Polidori. La misura dovrebbe durare almeno tre anni. Per dare il tempo alle donne uscite dalla violenza di rifarsi una vita, trovando una casa e un lavoro.
Francesca Pasquali