FERMO – Da un lato i dati dei centri Antiviolenza delle Marche, dall’altra le donne Marche che si preparano ad affrontare le sfide dal punto di vista politico rappresentando la regione alla conferenza Nazionale delle donne del Pd. Duplice impegno per Manuela Bora, l’assessora che della parità di genere ha fatto un must della sua condotta, sia ad Ancona sia a Bruxelles, dove è una delle voci più ascoltate grazie al ruolo all’interno del comitato delle regioni. Ma anche per Meri Marziali, presidente della Commissione Pari Opportunità regionale
I numeri fanno male.
“Nel 2018 sono state 534 le donne che si sono rivolte ai Centri antiviolenza delle Marche (Cav), con un incremento di 125 richieste. Una crescita – spiega l Bora a nome dell’Osservatorio politiche sociali sula violenza di genere della Regione - dovuta non all'aumento dei maltrattamenti e di vittime, ma a una maggiore emersione di un fenomeno ancora sommerso”.
Fondamentale capire dove nasce la violenza: “Avviene prevalentemente tra le mura domestiche, protagonisti più i mariti che conviventi o ex conviventi o fidanzati, e coinvolge per lo più italiane e di tutte le fasce d'istruzione”. I dati del 2018 segnalano che il 74% delle donne che si rivolge ai Cav è rappresentato da italiane, di cui il 45,4% è coniugata, il 44,8% ha un diploma di scuola superiore e il 22% una laurea; il 37,8% è occupata in modo stabile e il 18,9% è disoccupata in cerca di occupazione. L'autore della violenza è per il 74% di nazionalità italiana (età compresa tra i 38 e i 57 anni). Il 40% è composto da mariti; il 21% da conviventi, ex conviventi e fidanzati. Per il 57,9% dei casi l'uomo violento ha un lavoro stabile, per il 42% un diploma di scuola media inferiore. Un capitolo del report, infine, focalizza le diverse dimensioni della violenza che non è mai di un solo tipo, ma compiuta attraverso modalità tra loro associate: psicologica, economica, fisica e sessuale.
L’azione politica.
Anche di questo si dovranno occupare Meri Marziali e Manuela Bora, scelte per rappresentare diritti delle donne e della parità di genere. “Le due figure di riferimento che più di altre si sono spese negli ultimi tempi. Nel mentre – spiega Laura Latini – si sta organizzando l’organo regionale, che avrà una portavoce all’interno di tutti gli organismi del partito Democratico. Poi, una volta consolidati a livello centrale, cercheremo di realizzare coordinamenti provinciali in tempi ristretti, perché vogliamo agire concretamente anche in vista delle prossime sfide elettorali”. Perché le donne vogliono pe runa volta decidere chi merita di essere candidata: “Nessuno vuole passerelle, ma ascolto e giusta considerazione. Per cui le donne del Pd saranno protagoniste nella costruzione delle liste. Serve una componente femminile strutturata che abbia al suo fianco la rete che da oggi andremo a consolidare” conclude Laura Latini, presidente del consiglio comunale di Montegranaro e parte della rete delle donne Pd.
Raffaele Vitali