FERMO – In Italia la violenza contro le donne è in crescita. Soprattutto, c’è, una tipologia, subdola, che sta aumentando. "La violenza economica contro le donne è la forma che più di ogni altra impedisce la parità di genere perché non consente l'emancipazione, la crescita personale e culturale, ma soprattutto obbliga la donna a dipendere economicamente dal proprio compagno. Il fenomeno tocca percentuali elevate (38%)”.
Poi, c’è l'11% dei casi, secondo dati Istat, legato a violenza psicologica. L'autore è il partner convivente (59 volte 100), nel 23% un ex partner, nel 9,5% un altro familiare o parente. “La casistica è caratterizzata da diversi aspetti: la privazione della retribuzione o il suo controllo coercitivo, l'impedimento a svolgere o a ricercare lavoro di qualsiasi tipo, la concessione di piccole somme di denaro anche solo per le esigenze personali, l'imposizione di firme a garanzia e/o richieste di attività lavorative non retribuite, ludopatie digitali che minano la stabilità economica familiare" spiega Claudia Segre, presidente Global Thinking Foundation, fondazione nata nel 2016 per diffondere l'educazione finanziaria e digitale con l'obiettivo di contrastare la violenza economica e promuovere azioni di inclusione sociale.
La fondazione è impegnata in una tre giorni dal titolo "Libere di…vivere" che quest’anno si occupa di cybersecurity come risposta alla dimensione digitale della violenza di genere.