di Raffaele Vitali
PORTO SAN GIORGIO – “Le donne marchigiane devono sentirsi protette”. Il sospetto di essere traditi che scatena le ire: si parte da qui, da Otello, da un’opera di Verdi che con la sua musica opprimente riempie il teatro di Porto San Giorgio prima delle parole, tante, contro la violenza sulle donne. E l’Otello alla fine torna con Stefania Donzelli, ma con il ritmo positivo di Rossini che cambia la storia e alla morte preferisce il perdono e l’abbraccio.
Il maxi convegno organizzato da Maria Lina Vitturini, presidente della commissione regionale Pari Opportunità, si apre con Nicola Loira, sindaco di Porto San Giorgio che si trova al tavolo, tra gli altri, con il procuratore Raffaele Iannella e la prefetta Vincenza Filippi: “Ottimo inizio quella della Vitturini nel suo ruolo. Mette insieme tutti i protagonisti impegnati nella lotta a un fenomeno sociale, tra i più gravi. Giusto parlare di femminicidi, ma bisogna farlo ragionando sulle soluzioni. È cresciuta la cultura legale e normativa, tra stalking e codice rosso”.
‘La violenza contro le donne è la violazione dei diritti umani più vergognosa, non consce confini e fino a che durerà non potremo parlare di reali progressi. La frase è di Kofi Annan ed è datata 1993. “Una enunciazione che non era di principio, ma i risultati non sono sempre esaltanti” ribadisce la prefetta Vincenza Filippi.
Violenza fisica e psicologica si susseguono e sono raddoppiati nell’ultimo anno in Italia, da 7mila a oltre 15mila. “Gelosia, voglia di predominio, disconoscimento della peculiarità di ognuno. Le donne vittime di abusi e maltrattamenti, a causa della pandemia sono dovute rimanere dentro casa, peggiorando la propria condizione”.
La rete assistenziale ha avuto un rallentamento durante il lockdown e quindi la solidarietà è arrivata ma magari più lenta. “Sono tante le segnalazioni che arrivano dalle forze dell’ordine. Nel 2020 ci sono stati 67 episodi di maltrattamenti e con il codice rosso a sei mesi ha avuto 58 episodi registrati, oltre a 12 reati di stalking. C’è un problema di cultura musulmana, con situazioni ancora più complesse” aggiunge la Filippi.
Messaggio poi al procuratore: “Non è vero che le donne aiutano le donne, bisogna essere obiettivi pensiamo alla sentenza della Corte di appello di Ancona che assolse imputati per il semplice fatto che la donna essendo ‘non bella’ non poteva essere stuprata. Un abominio che poi il procuratore Sottani impugnò portandola in Cassazione. Ognuno deve fare la sua parte, da chi entra in un’aula di tribunale a chi indaga fino a chi racconta, come fanno i giornalisti” ribadisce ricordando che la rete antiviolenza provinciale si sta per allargare ancora con la firma di nuovi componenti che arriverà la prossima settimana.
La Regione è al fianco della battaglia dei comuni, lo conferma Carlo Ciccioli, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio: “Bisogna partire dalle famiglie, non dobbiamo dare vita ai rituali ma cercare di incidere sul fenomeno della violenza contro le donne”.
Come si affronta dalla Procura la violenza di genere? Raffaele Iannella ha scelto di partecipare al convegno per mandare un messaggio chiaro: “Sono aumentati durante il lockdown i fenomeni. La violenza di genere comprende varie ipotesi criminali: fondamentale è stata la convenzione di Istanbul del 2011, perché parla di violazione dei diritti umani. Nel 2019 il codice rosso ha introdotto quattro nuove figure di reato, aggravando le pene e velocizzando il procedimento”.
La velocità di risposta delle forze dell’ordine è qualcosa che rassicura la donna. “Dopo la denuncia, entro tre giorni bisogna sentire la parte offesa. Questo impone alla Procura stessa di adeguarsi e il magistrato di turno deve agire. Una legge opportuna. Per garantire la parte offesa, incluso il minore che subisce o assiste alle violenze, quando decadono le misure cautelari va avvista. E quando la sentenza di condanna passa in giudicato, in ogni caso va avvisata anche quando l’imputato torna in libertà. Una tutela quindi massima” precisa il procuratore generale del tribunale di Fermo.
“C’è poi la prevenzione, che inizia con l’allontanamento alla casa o con il divieto di avvicinamento dell’imputato”. Il problema è che sono tutte misure temporanee. “Torna in libertà e copie di nuovo il reato. I tempi sono decisi dalla norma. Abbiamo sei mesi per fare le indagini e arrivare il rinvio a giudizio, solo che nel mentre decade la misura coercitiva. E spesso le persone tornano libere, all’interno di un contesto sociale e familiare problematico. E quindi chi torna libero, attanagliato da una ossessione, può colpire di nuovo”. Per questo il Prefetto ha una delega per la prevenzione: formazione nelle scuole, organizzazione della rete sociale, coordinamento delle forze dell’ordine. “E vi anticipo che nei prossimi mesi intendo stipulare un protocollo per rendere ancora più efficace l’azione repressiva verso i fenomeni della violenza di genere” annuncia Iannella.
Nel 2020 il Governo ha registrato un aumento dei casi, con un particolare: l’82% delle parti offese sono italiani. “Questo ha una duplice lettura: ora si denuncia di più, per motivi culturali tutto restava nascosto; gli extracomunitari non europei che risiedono in Italia continuano a non denunciare per abitudine “visto che l’uomo di casa è il patriarca” riprende il Procuratore. Un dato su cui riflettere e agire “che ci deve impegnare a una modifica culturale. Non si parla solo di violenza, ma di esercitazione del potere” ribadisce Iannella, che ha in Stefano chiodini, presidente dell’Ordine degli avvocati un compagno di lavoro affidabile.
Donatella Sciarresi è la presidente del comitato pari opportunità dell’Ordine di Fermo. A lei il compito di annunciare una novità normativa che impatterà dal punto di vista sociale: “Il 5 novembre è stata approvata una nuova legge: prevede l’obbligo delle aziende da 50 dipendenti in su di ridirigere un report in cui indicare in maniera analitica le donne impiegate e le dinamiche di carriera. Il controllo sarà affidato all’ispettorato del lavoro. E in caso di rapporto mendace o incompleto, ci sarà una sanzione da mille a cinquemila euro. ma non solo, dal primo gennaio 2022 è prevista anche la certificazione delle parità di genere, con una premialità che dà diritto all’azienda di avere un esonero dalla contribuzione previdenziale dell1%. Per le aziende più piccole possono redigere il rapporto su base volontaria”. Si respira una nuova aria di consapevolezza e condivisione. “Insieme dobbiamo contribuire alla crescita culturale di ogni etnia” chiosa Elisabetta Baldassarri, assessora a Porto San Giorgio.
Ascolta tutti Maria Lina Vitturini, da cinque mesi alla guida della Commissione regionale, per poi rilanciare: “Anche il Pnrr è rivolto al mondo femminile, il 40% sarà dedicato proprio al reinserimento del mondo femminile. Le Marche sono vive e in fermento per sensibilizzare la popolazione. I passi avanti ci sono, ma il lavoro da fare non manca. Noi stiamo puntando sui giovani, dall’Itet di Fermo avviamo un progetto portando psicologi e giornalisti per educare alla legalità e al rispetto. A gennaio partirà un nuovo corso in vista della nascita del nuovo tribunale di famiglia e dei minori che sostituirà quello dei minorenni. Abbiamo puntato sui testimonial, con una campagna di sensibilizzazione contro ogni discriminazione. Noi dobbiamo educare le donne, che devono sapere che possono denunciare e che non rischiano nulla e i loro figli nessuno li toccherà. Dobbiamo essere pionieri nelle Marche, e per questo puntiamo sulla formazione, per far nascere ispettorati per i servizi sociali che monitorino gli assistenti sociali che con troppa facilità tolgono i figli alle famiglie” (1.segue).