FERMO – La giornata che celebra le battaglie contro la violenza sulle donne si celebra ogni anno il 25 novembre. È il giorno delle commemorazioni, dei convegni, dei simboli. E dei numeri. Alcuni li anticipa la Cgil di Fermo con Barbara Micheleic.
“Il periodo pandemico ha portato a incisive conseguenze sulle donne, anche in termini di violenza domestica. I numeri Istat fanno emergere un aumento nel secondo trimestre del 2021 rispetto al primo trimestre dell’anno. Il numero di chiamate valide, sia telefoniche (al numero 1522) sia via chat, è continuato ad aumentare anche se in maniera contenuta (8.508 chiamate valide +6,7 %), mentre il numero delle vittime hanno registrato un lievissimo calo (4.243 vittime cioè -1,5%)”.
Per fortuna in calo rispetto al drammatico 2020, quando in piena pandemia, con le persone costrette in casa, le vittime furono il 24% in più. Diminuisce anche la quota delle richieste di aiuto tramite chat, che costituiscono il 15,3% delle modalità di contatto (erano pari al18% nel secondo trimestre del 2020)”.
Normalmente chi chiama lo fa per chiudere aiuto o per segnalare casi di violenza. “E' chiaro che – prosegue la segretaria - la permanenza continuativa tra le mura domestiche ha inciso sul fenomeno della violenza. Le persone che hanno chiamato per la prima volta il 1522 nel secondo trimestre 2021 sono l’83,5% dato che rimane costante rispetto al trimestre precedente e leggermente superiore rispetto allo stesso periodo del 2020”.
Di tutto questo si parla domani, sapendo che nel 2020 sono state 483 le donne che si sono rivolte ai centri antiviolenza delle Marche. "Da domani e fino a domenica palazzo Raffaello sarà illuminato di rosso, a ricordare il colore delle scarpe ormai simbolo della lotta alla violenza sulle donne, per caricare di significato questa giornata che non deve restare solo un simbolo ma tradursi in fatti rilevanti e concreti - aggiunge l’assessora regionale Giorgia Latini - Risulta, infatti, ancora troppo debole da parte della popolazione la consapevolezza della necessità di intervenire nei casi di violenza domestica o presunta violenza".
Il 25 novembre è il giorno per non dimenticare o anche solo per capire. “Servono interventi strutturali e culturali, volti a contrastare ogni tipo di violenza sulle donne, pertanto è necessario creare una cultura di genere finalizzata a prevenire ogni forma di discriminazione, a partire dalle scuole e nei luoghi di lavoro".
Servono interventi culturali diretti, non solo nei confronti degli autori di violenza, ma nei confronti delle stesse vittime "che confrontandosi ogni giorno con una società chiusa in se stessa, in cui la mancanza di indipendenza economica dovuta alla precarietà del lavoro, la continua ricerca dell’affermazione del proprio valore professionale, potrebbero sviluppare un senso di rassegnazione che indurrebbe a non denunciare le violenze subite” riprende Micheleic che garantisce la vicinanza della Cgil alle donne “per raggiungere un’ emancipazione culturale che porti ad un impegno sociale comune dove le discriminazioni e la difesa dei diritti diventino una battaglia non solo delle donne ma di tutti”.