AMANDOLA- La giornata di oggi, dove il vento ha fatto danni in ogni angolo della provincia, dovrebbe far riflettere tutti. I vigili del fuoco sono una risorsa insostituibile. “Qualcuno ci spieghi perché dovrebbe chiudere il distaccamento dei Vigili del Fuoco di Amandola per spostarlo a Comunanza: non ne comprendiamo i motivi. C’è un problema di caserme? A nostro avviso c’è un problema annoso di infrastrutture viarie che necessitano di interventi urgenti. Serve un altro presidio a Servigliano? Probabilmente si, ben vengano servizi aggiuntivi nell’entroterra, ma evitiamo di togliere da una parte per mettere altrove. Se il problema è l’attuale struttura del distaccamento di Amandola, abbiamo rassicurazioni dal Sindaco per una sede idonea che consenta ai Vigili del Fuoco di lavorare in condizioni idonee, che non possono essere i container” sottolinea Alessandro De Grazia, segretario della Cgil di Fermo.
Solo oggi sono state decine e decine gli interventi per tetti scoperchiati, inclusa proprio una stalla ad Amandola, e rami caduti in strada, oltre a un incendio provocato da un palo della luce caduto sempre in zona Amandola. “La vera priorità è garantire i servizi ai cittadini e, per fare ciò, servono più risorse, soprattutto umane e, queste ultime, devono essere messe in condizione di operare in sicurezza e con strumenti efficaci. Questa è la vera battaglia che tutti dovremmo fare, perché, oltre alle caserme, agli ospedali servono risorse per assumere nuovo personale e su questo è la politica che deve dare risposte” prosegue De Grazia.
Andare a togliere il presidio nella città dei Sibillini creerebbe solo ulteriori problemi: “Quanto siano fragili gli equilibri che tengono in vita Amandola ed i comuni limitrofi, abbiamo avuto modo di sottolinearlo in più occasioni. Ci siamo battuti per i presidi sanitari, per le poste, per l’indirizzo scolastico alberghiero e continueremo a batterci per i Vigili del Fuoco, per lo straordinario lavoro che fanno che ben conoscono i cittadini di Amandola e di tutta la comunità colpita dal terremoto del 2016. Sono comunità che resistono, che si leccano le ferite inferte dal sisma e non hanno bisogno di subire altri contraccolpi, rischiano di assistere inermi al lento costante fenomeno dello spopolamento di quelle straordinarie terre”.