PORTO SAN GIORGIO – Chi è arrivato, chi vorrebbe arrivare. Chi da solo e chi, magari, perché aiutato proprio da un marchigiano. Sono tante le strade che portano nelle Marche. a oggi sono 1200 i profughi ucraini arrivati.
“Circa 700 – spiega l'assessore regionale alla Protezione Civile, Stefano Aguzzi – hanno effettuato anche test Covid e di questi 8 sono risultati positivi al virus e ora sono in isolamento nelle abitazioni dove sono stati accolti: tre le persone risultate vaccinate contro il Covid. Circa la metà dei profughi giunti nelle Marche sono bambini. Non c'è stata ancora necessità di accogliere i postivi nel Covid Hotel”.
I profughi sono arrivati in maniera autonoma, con auto, treni, pullman e, nei giorni scorsi, anche con un aereo, “ma – riprende Aguzzi - tranne qualche caso sporadico, sanno tutti dove andare, accolti da familiari, amici, e anche da alcune parrocchie. Ci aspettiamo un flusso più massiccio di arrivi, per questo lunedì verrà sottoscritto l'accordo con la Federazione degli albergatori marchigiani per avere a disposizione già dai prossimi giorni circa 50 posti letto in ogni provincia per eventuali arrivi coordinati tramite le Prefetture marchigiane e la Protezione civile. Stiamo ricevendo numerose segnalazioni da parte di famiglie che hanno accolto i profughi ucraini”.
Alcuni chiedono se possono usufruire di contributi per l'accoglienza, ma al momento non sono previsti a livello nazionale né comunitario. “Non è escluso però che nelle prossime settimane qualche profugo possa essere preso in carico dalla Protezione civile e dalle Prefetture se chi ha fornito l'ospitalità (parrocchie, familiari e conoscenti) non è più in grado di sostenere i costi”.
Come gestire allora i 40 profughi che a breve arriveranno tra Porto San Giorgio e Fermo grazie all’impegno di Lauro Salvatelli e dell’associazione Marchemagiche. “Mi ha chiamato un mio amico sindaco polacco, guida la cittadina di Tosaszow Lubelski, e mi ha chiesto di aiutarlo: ha 40 profughi da far arrivare in Italia”. a questa chiamata Salvatelli ha subito risposto sì. “Mi sono attivato, ho trovato il pullman, ho coperto le spese e martedì partirò per andarli a prendere insieme con una guida polacca e due autisti”. Solo che c’è un grande ‘ma’ sul ritorno.
“Per ora ho la certezza di cinque posti letto. E gli altri?”. Qui Salvatelli è entrato nel classico vortice della burocrazia, che in questi casi ha passaggi ancora più definiti. “Ho scritto alla regione, ho chiamato la prefettura confrontandomi come la vicaria, ho dialogato con le amministrazioni di Fermo e Porto San Giorgio. Da tutti la stessa risposta: non possiamo fare nulla”.
Ma come? “quello che manca è il canale di accesso. Il Ministero in realtà non ha ancora dato disposizioni chiare e non ha definito un plafond economico per l’accoglienza, per cui sono più parole ce fatti: anche se ascoltando l’assessore Aguzzi il piano sarebbe ormai pronto.
Solo che il tempo scorre, Salvatelli martedì parte e il 18 marzo sarà di nuovo nelle Marche. “Spero che si sblocchi qualcosa, queste persone, per lo più donne e bambini, hanno diritto a un’accoglienza vera. Noi faremo tutto il possibile, no stiamo chiedendo soldi per il viaggio, ma solo luoghi sicuri dove ospitarli”.
L’assessore è convinto che la regione sarà pronta: “Mi sono confrontato con Prefetture e Anci, ci stiamo organizzando per assicurare sul territorio tutto il sostegno necessario ai civili che abbandonano le loro case e collaborazione alle istituzioni coinvolte nella gestione dell'emergenza. La solidarietà è un valore aggiunto della nostra comunità regionale che sapremo valorizzare anche in questa difficile fase internazionale" ribadisce Aguzzi.
A questo punto non gli resta che rispondere alla mail di Salvatelli, inviata anche alla protezione civile regionale che ha il controllo dell’emergenza. Intanto fino al 31 marzo è operativo il Covid hotel di Porto Sant'Elpidio, con ancora 17 posti disponibili, sarebbe già una risposta.
Ci penserà di certo il neo Comitato Marche accoglienza profughi, costituito dai direttori e dirigenti della Regione, a capo dei dipartimenti coinvolti (Avvocatura; Politiche sociali, Lavoro, Istruzione e Formazione; Sviluppo economico; Salute; Infrastrutture e Protezione civile; Risorse finanziarie), dai prefetti, da Anci e dall’assessore regionale. Solo che serve operatività e non carte bollate.
Raffaele Vitali