di Raffaele Vitali
FERMO – Quattromila metri quadrati nel cuore di Fermo. Un edificio chiuso da decenni, un luogo, una volta che si apre la grande porta di legno, che mostra tutta la sua ‘lesionata’ bellezza.
Perché palazzo Sacconi, ex sede dell’istituto professionale, è davvero un unicum con le sue volte, con i bassorilievi, con corridoi e sale infinite. “La lungimiranza del sindaco Calcinaro ha permesso tutto questo, abbiamo inserito il recupero di questo storico edificio, nel centro storico di Fermo, nel grande piano per l’edilizia scolastica. Tra l’altro è uno dei pochi di livello universitario” sottolinea Guido Castelli, commissario alla Ricostruzione post sisma.
Qui, una volta terminato il recupero, verrà inaugurato un nuovo corso universitario “su cui stiamo già lavorando. E sarà qualcosa di davvero attrattivo” prosegue Castelli, che ha effettuato un sopralluogo insieme con il sindaco, i tecnici comunali e il responsabile dell’Usr, l’ingegner Trovarelli. Con loro anche Zola, la cagnolina del senatore che è ormai la mascotte della ricostruzione che funziona.
Sul tavolo ci sono già cinque milioni di euro. “E’ una somma indicativa, la progettazione in corso ci dirà effettivamente quello che servirà”. Mentre va in corso il sopralluogo, Trovarelli parla di otto milioni. Ma si vedrà. “Aggiungere risorse non sarà un problema, perché è un intervento prioritario per la didattica e la crescita culturale della città” precisa Castelli.
Il sindaco Calcinaro è davvero soddisfatto: “Guido non è solo attento alle esigenze, ha saputo snellire la burocrazia. Questo intervento rientra in un grande accordo quadro che permette ai comuni, spingendo due semplici bottoni, di avere già progettista e ditte. Una scelta fondamentale per aiutare i nostri uffici, già oberati di lavoro tra Pnrr e normali lavori pubblici”.
Nel futuro quindi Calcinaro vede l’Università sempre più protagonista tra via Brunforte, Fontevecchia e palazzo Sacconi. “E’ così grande che potremo trovare un accordo, oltre che con l’Euf, anche con l’Erdis e immaginare uno sviluppo di spazi residenziali per gli universitari”.
Tema che sta molto a cuore a Castelli: “Nelle città universitarie ne stiamo parlando. Quando si discute di rigenerazione, una delle sfide principali è trovare il modo per far sì che i giovani restino a studiare anche nelle Marche, non solo riuscire a farli tornare. Dare luoghi oltre che utilità didattica è determinante”.
Non resta quindi che attendere, il cantiere partirà il prima possibile. Come, non appena sarà finito quello dl Classico, “che contiamo di riaprire questa estate”, partiranno i lavori all’auditorium san Martino. “La Fermo del futuro prende sempre più piede” concludono soddisfatti i due politici.