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Vi portiamo nella magia di Rossodisera. Dagli chef al personale, il ristorante marchigiano fa innamorare Londra. Iacopini: "Vi svelo perché"

6 Luglio 2022

di Raffaele Vitali

LONDRA – Hampstead è un quartiere di Londra, ma passeggiando tra le vie principali e i tantissimi vicoli, si capisce che è un paese a sé, un angolo residenziale tra le caratteristiche casette a schiera e le ville delle star del cinema e del teatro inglese.

Il tutto dominato dalla Parliament Hill, un punto panoramico da cui si ammira Londra, circondato da alberi con all’interno dei ponds, i laghetti in cui gli inglesi amano fare il bagno e che, come fossimo ancora in epoca vittoriana, sono divisi tra donne, uomini e misti. Nel centro di questo incantevole quartiere, a cento metri dalla fermata della metropolitana, spicca l’insegna azzurra di Rossodisera – il marchigiano.

Due giorni di pre opening per il locale diretto da Igor Iacopini, che ha puntato su Londra da quindici anni, aprendo prima un locale a Covent Garden, uno dei centri turistici di punta di Londra, tra i principali teatri. Poi, dal 7 luglio, porte aperte per tutti.

“IL MIO ROSSODISERA” – VIDEOINTERVISTA A IGOR IACOPINI

La curiosità nel quartiere è tanta, eppure le alternative non mancano, ci sono ristoranti italiani, francesi, pub, piccoli bistrot. Ma nel pomeriggio, mentre dentro il locale si lavora per affinare gli ultimi dettagli, sono numerose le persone che si avvicinano. Fino a che non entra il signor Michael: “Vorrei prenotare un tavolo per due, io e mia moglie sono settimane che aspettiamo questa apertura”. Ma cosa attira l’inglese dal fare elegante? “Sono un amante della cucina italiana, ma soprattutto qui ho letto che si mangia il cibo delle Marche, di una piccola regione. Quindi sono sicuro che mi stupirà”.

È un via vai, mentre intanto entrano gli amici, le famiglie, i clienti speciali. Il tutto in attesa del nastro, di quel pezzo di tricolore che arriva direttamente dall’Italia portato dal sindaco di Fermo, la città di Iacopini, Paolo Calcinaro. Che si è presentato con fascia tricolore, nastro e un po' di guide della città da mostrare ai clienti. Anche questa è politica di incoming.

Alla fine, Londra è molto più vicina di quel che sembri e mangiare una carbonara o un’oliva all’ascolana a un paio d’ore dall’Italia ora è possibile. Lo sa bene Alberto Monachesi, l'uomo di Tipicità che pur di esserci, insieme con Debora Rossi, per valutare il potenziale (leggi intervista a parte, ndr) ha sfidato la stanchezza atterrando alle 19 e ripartendo alle 6 del mattino. "Ma ne è valsa la pena, potenziale enorme".

Dietro Rossodisera non c’è solo un gruppo di soci, con Igor il ‘tuttofare’ Roberto Traini Giulianini, che è davvero il perno attorno a cui ruota la macchina che Igor dirige, è l’uomo che ha portato anche i mattoni dalla sua Grottazzolina per ricreare la taverna marchigiana. E poi Gabriele, che è il master of wine pur nascendo esperto di IT, è lui che ha il compito di portare i migliori vini che poi il personale di sala deve riuscire a vendere.

“Come lo vendi un Pecorino rispetto a un Verdicchio? Chi entra qui si mette nelle mani davvero del ristoratore. Qui c’è cucina locale, non conoscono i piatti. Per cui se prendi un coniglio ripieno puoi fargli capire che un bianco ben strutturato è perfetto e che sempre di un salame va bene anche il Verdicchio che sgrassa”. “Se li porti ad assaggiare hai vinto, ma convincerli non è facile” aggiunge subito Igor.

Il pavimento di legno fa casa, quello scricchiolio affascinante che si unisce al bacone con una vecchia porta di Fermo restaurata, ai tavoli di recupero che sarebbero stati buttati e che il sindaco Calcinaro gli ha permesso di portare via dalle cantine di una vecchia scuola, ci sono anche delle foto in bianco e nero che raccontano le famiglie che hanno cresciuto chi oggi porta il marchigiano a Londra. E il cliente che entra, queste cose le nota. È attratto. Come dalla parete piena di vini, tra grandi brand, come i classici Verdicchio e Lacrima di Morro d’Alba, e cantine da scoprire da Castignano a Sassoferrato.

La vetrinetta a vista è dedicata ai salumi e ai formaggi, dalla lonza ai fegatini passando per il pecorino, poi c’è il grande specchio con le Marche disegnate e sula porta a vetri, che attira già da sola un’artista italiana che vive a Londra ha replicato i principali monumenti della regione, dai torricini di Urbino alla palla di pomodoro passando per duomo di Fermo, Sferisterio e piazza di Ascoli oltre alla mole Vanvitelliana.

“PERCHE’ PIACIAMO?” – VIDEOINTERVISTA A CLIENTE E CHEF

Questo è il piano visibile, sotto c’è la cucina. Il regno di Claudio Illuminati (la sua storia con gli chef stellati londinesi ve la raccontiamo a parte, ndr) e Matteo Lorenzini, supportati dalla giovanissima Gloria Milani. Arrivano da Montegiorgio, Recanati e Monte Urano-Servigliano. Ognuno ha il suo compito, ma a tutti tocca passare per la pasta fresca. Per i primi giorni 120 uova sono in lavorazione, ne escono tagliolini e tagliatelle. una cucina disegnata da Illuminati per usare al meglio lo spazio che si raggiunge dopo quattro gradini, che sembrano pochi ma in realtà sono quello che divide il luogo chiave dal resto di Rossodisera.

C’è poi il secondo piano, la sala che Igor immagina diventare l’hub delle Marche. Su questo sta lavorando con la regione, Andrea Putzu è in prima linea nello sviluppo del progetto di Iacopini, che si muove anche come city amabassador di Fermo, scelto dall’assessora Annalisa Cerretani insieme con altri fermani doc di successo sparsi nel mondo. Uno spazio che può ospitare tranquillamente incontri con venti persone sedute, presentazioni, meeting, insomma Hampstead sarà a breve l’ambasciata delle Marche a Londra.

Non un locale qualunque, quindi, ma un ‘mood’, una vera immersione nella piccola regione che pian piano stanno conoscendo tutti. “Noi viviamo a Londra da 10 anni, lavoriamo qui come parrucchiere. Siamo certi che – commentano Ilaria ed Enrica mentre sfogliano il menu – in questo quartiere in tanti si innamoreranno della nostra regione”. Una arriva da Cupra Marittima, l’altra da Sassotetto e di una cosa sono certe: Per capire le Marche, vanno gustate. Toscana, Piemonte e Umbria son per gli inglesi l’Italia più conosciuta, chi ora entrerà a Rossodisera non potrà che innamorarsi di una terra unica”.

Parole al miele delle due clienti storiche del locale di Covent Garden che fanno eco alle parole dei tanti residenti che passeggiando si fermano a scannerizzare il qrcode posizionato sula vetrina che garantisce anche uno sconto ai locali. Per chi entra, il menu cartaceo è una garanzia, ma c’è anche quello scannerizzabile inserito in mezzo a un ciauscolo riprodotto sulla prima pagina, una delle tante idee di Marzia Castelli, la responsabile marketing che arriva da Ascoli Piceno ma è da un decennio un punto fermo per molte aziende a Londra.

Tra convenevoli, chiacchiere e brindisi, è ora di mangiare. La cena ‘prova’, che diventa appuntamento fisso serale durante la settimana e anche pranzo nel we, supera il palato di tanti italiani, e  qualche amico inglese, chiamati a valutare il cibo e il servizio. Le olive fatte a mano da Illuminati, il ragù di coniglio di Matteo, il tiramisù al cucchiaio, come piace agli inglesi, di Gloria. E poi la carbonara, meno carica di come siamo abituati in Italia, ma promossa a pieni voti da sindaco e Monachesi, mentre c’è chi ordina il merluzzo, pesce che nelle Marche non può mai mancare.

Tra un Verdicchio e un rosso Piceno, non resta che attendere il liquore alle visciole, portato dal quinto e ultimo socio Nicola Fabrizi, che chiude un pasto reso speciale dalla capacità dell’elpidiense Roberto, anni di esperienza in una catena di Manchester e da poco inserito nella brigata, di servirti col sorriso. Che poi ti resta anche dopo il conto, visto che Rossodisera è marchigiano anche nel prezzo, con una media di 4-5 pound rispetto ad altri italiani.

“È una scelta, siamo regionali, siamo alla mano, a di alta qualità” conclude Iacopini che all’una, quando Hampstead dorme già da un po’ spegne le luci del locale, lasciando all’insegna della metro il dominio dell’elegante via e alle note di Lucio Dalla la buonanotte a tutta la sua squadra.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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