di Raffaele Vitali
FERMO – Un partito in meno, Azione, molti civici in più. Matteo Ricci, europarlamentare candidato ala presidente della regione Marche in quota Partito Democratico, sta iniziando a costruire la sua squadra, quella che dovrà sfidare, a colpi di idee e programmi, il governatore in carica, Francesco Acquaroli.
Tra i volti che affiancano Ricci c’è quello di Francesco Trasatti, attuale presidente del consiglio comunale di Fermo e leader della lista civica La città che Vogliamo (nella foto con i consiglieri di Fermo). Una lista di centrosinistra che quattro anni fa ha dato fiducia al sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro e che tutt’ora supporta, non negando, quando serve, di non condividere scelte o posizioni politiche.
Durante l’incontro con alcune civiche regionali, Ricci si è soffermato sul ruolo che la cultura può avere nella crescita delle Marche. “Il tema della programmazione per la cultura è fondamentale, deve essere pluriennale, ad ottobre bisognerà già avere la programmazione” ha sottolineato, spiegando che “le grandi mostre, il grande cinema, i grandi spettacoli vanno promossi al mondo con largo anticipo affinché promuovano il territorio per tutto l'anno. Questo ci permetterebbe di essere più competitivi sul mercato turistico e maggiormente attrattivi. In un mercato da 300milioni di turisti in Italia, con le grandi città strapiene, noi dovremo proporre un territorio alternativo, ricco di cultura e con la migliore qualità di vita d'Europa, perché è a questo che dobbiamo ambire”.
È proprio questo il settore in cui Trasatti è un riferimento: “Mi piace lo slogan scelto da Ricci, le ‘Marche grandi’, perché dà il senso di visione, di alzare la prospettiva. E questo nella cultura è fondamentale. Non si ferma un’attività amministrativa ai bandi, che vanno invece costruiti e guidati in base a quello che vogliamo raggiungere”.
Nel suo intervento ha sottolineato alcuni aspetti: “Mi farebbe piacere che riuscissimo a fare uno scatto e cominciare a considerare la cultura non solo come ‘indispensabile’ motore del turismo, ma come comparto produttivo di gente che lavora, di settore d’impresa. Altrimenti – ha detto in modo fermo – perdiamo una grande opportunità. Musei, cinema e teatri sono risorse vere. Ma riflettiamo che ci sono tante persone che ci lavora e ci ‘campa’ con la cultura. E questo l’ho detto all’attuale maggioranza, con cui mi confronto sempre. Noi possiamo riconoscere patrimonio Unesco i teatri, ma poi vano riempiti, non ci serve la meravigliosa contemplazione culturale, possiamo fare di più. quindi uniamo al turismo il senso di impresa culturale”.
Ma non basta. “Serve la formazione del personale, di ogni livello. L’Emilia Romagna sta facendo cose molto interessanti, peer cui alziamo lo sguardo e prendiamo anche dagli altri. noi possiamo fare di più anche in questo settore”.
C’è un terzo punto, gli ecosistemi. “Ricci ha parlato di superare il provincialismo peer un coordinamento della pluralità. L’esperimento della rete lirica è stato vincente. Amministrazioni di colore politico diverso con una visione comune. Tutti pezzi di puzzle che ci permetteranno di sfruttare il pluralismo dele Marche in un percorso non provinciale, ma vincente”.
Le parole di Trasatti non sono di certo cadute nel vuoto. “Dobbiamo iniziare a cambiare terminologia, c'è un'economia che ruota intorno alla musica, una che ruota intorno ai teatri, ai musei, al cinema, allo spettacolo queste economie coinvolgono tantissimi lavoratori e altrettanti settori. Noi – la promessa finale di Matteo Ricci - dobbiamo far emergere questo settore lavorativo che spesso è fin troppo poco tutelato ma che rappresenta una parte fondamentale della nostra regione. Insieme possiamo fare le Marche grandi e portare la nostra storia e la nostra cultura in giro per il mondo”.