PORTO SAN GIORGIO - Il filosofo e scrittore Marcello Veneziani torna sabato 16 novembre a Porto San Giorgio per la presentazione del nuovo libro dal titolo "Senza eredi – ritratti di maestri veri, presunti e controversi in un'epoca che li cancella".
Interverrà al teatro comunale (ore 21,30) in un incontro aperto al pubblico. Insieme a Veneziani sul palco salirà anche il doppiatore Luca Violini che leggerà alcuni passaggi scritti dall'autore. I saluti dell'amministrazione comunale saranno portati dall'assessore all'Istruzione Marco Tombolini. "E' un onore ospitare ancora l'intellettuale, accompagnato in questa serata da una delle voci più note del doppiaggio. L'iniziativa ci consentirà di riflettere sull'importanza delle eredità del passato ricevute dai maestri in una società nichilista che tende a cancellarla", sottolinea Tombolini.
"Senza eredi è il titolo del mio nuovo libro, edito da Marsilio – aggiunge l'autore in una sua presentazione - . E' un'impresa temeraria parlare di maestri in un'epoca che non conosce eredi e non si riconosce erede di niente e di nessuno. Non siamo eredi, non lasciamo eredi. Non ereditiamo niente, non lasceremo alcuna eredità. E' questa, per dirla in modo diretto e brutale, la condizione odierna. Riguarda, in varia misura e a diversi livelli di coscienza, ciascuno di noi, nella vita personale e in quella pubblica e sociale. Ma non risparmia nessun ambito. Viviamo in un'epoca di contemporanei senza antenati né posteri, uniti solo dal vago domicilio nello stesso tempo; non consorti, al più coinquilini.
Il tempo non renderà giustizia, e nemmeno i posteri: il tempo non è galantuomo ma smemorato, scorre e scorda. E i posteri, di questo passo, saranno privi di memoria storica e letteraria, e di coscienza critica (...). Anche in politica, leader e movimenti si presentano come il nuovo che avanza, effettuano radicali restyling che sono un periodico disfarsi delle eredità per apparire più adeguati al presente e meno gravati da ingombranti macerie. Altre app ci attendono, non è tempo di mantenere le vecchie. La storia in sé è un peso insopportabile. Figuriamoci la tradizione, che non è solo memoria, ma è pure connessione".