di Raffaele Vitali
“La scuola è una comunità educante e per questo motivo è inaccettabile che gli insegnanti rifiutino il vaccino”. Ci vuole coraggio per denunciare la realtà, quando la si ritiene non giusta. Ed è coraggiosa Pina Cipolletta, maestra alla ‘Rodari Marconi’ di Porto Sant’Elpidio. Coraggiosa perché ovviamente su di lei, dopo l’articolo pubblicato dal Resto del Carlino e poi ripreso dalle agenzie di stampa nazionali, sono arrivati gli haters dei social. Insulti, tanti. Ma di certo lo sapeva che sarebbe andata così, perché l’odio fa sempre più rumore del sostegno.
Ma non si è fermata qui Pina Cipolletta. “Con l'obbligo scattato dal 15 dicembre, diverse colleghe non sono al lavoro. Astensioni e permessi hanno portato a classi che hanno perso le loro insegnanti, bambini diversamente abili, i più fragili, i più delicati, hanno perso le loro guide. In questa comunità - sottolinea - compito della scuola dovrebbe essere il riconoscimento della competenza scientifica e del suo sapere oggettivo, riproducibile e sperimentabile. La scienza procede, per definizione, per 'prove ed errori’, anche in questa emergenza sanitaria la comunità scientifica si è più volte contraddetta, ma è solo grazie ai vaccini che la mortalità è diminuita. Almeno questo venga riconosciuto. Anche perché, questo clima ascientifico si traduce in scredito del merito e delle competenze di chi ha passato una vita sopra ai libri prima di diventare medico, scienziato, virologo e non posso passarci sopra io, che non smusso i termini quando voglio far capire ai miei alunni il valore dell'impegno: studiare è pure questo, è pure fatica”.
Passaggi chiave per leggere un presente in cui chi ha dubbi, solitamente dovuti alla poca conoscenza, si sente invece portatore di verità. Ma soprattutto una riflessione sulla scuola, sul disastro che la Dad provoca negli alunni, special modo quelli più piccoli che rischiano un danno formativo permanente.
E questo per colpa di cosa? La maestra Pina lo dice chiaramente: “In una comunità ognuno fa la sua parte, sempre che non si sia stati contagiati da un virus che si chiama individualismo, virus ancora più letale del Covid”. Due anni dopo siamo ancora allo stesso punto: l’io e il noi. quando, ricorda in conclusione la maestra, basterebbe ascoltare Papa Bergoglio: “Vaccinarsi è un atto d'amore”. Per sé e per gli altri.
*direttore www.laprovinciadifermo.com - @raffaelevitali