FERMO - «Non provarci mai più. La nostra scuola ha speso soldi, tempo e fatica per rendere il parco adatto tutti». Si rivolge a chi ha imbrattato la Mentuccia, Camilla, scarabocchiando tavoli e panchine.
Quelli che gli studenti della scuola media “Da Vinci – Ungaretti” usano per fare lezione quando il tempo è bello. Adesso irriconoscibili per colpa di qualche vandalo che li ha presi di mira. Assieme al compagno Roberto, la ragazzina ha registrato un video. Un’edizione speciale del “Tg Leo” che la scuola trasmette per tenere al corrente sulle novità dell’Isc. Sono andati nel parco a due passi dal loro plesso, i due studenti, e hanno acceso la telecamera.
Panchine rotte e scritte dappertutto. Immagini che fanno male, soprattutto a loro che quel posto lo considerano una specie di casa all’aperto. Che hanno voluto riqualificare con un progetto partito l’anno scorso. Non ancora finito, ma a buon punto. Tanto che, nelle giornate di sole, gli studenti si caricano gli zaini in spalla e traslocano sotto le pensiline di legno.
«Siamo stati sorpresi da un fatto che non doveva succedere: qualcuno ha osato distruggere il nostro lavoro, scrivendo cose che neanche hanno senso. Il nostro lavoro è andato perso. Ho avuto il coraggio di metterci la faccia, dicendo questo e tu, mio caro amico?», chiede Camilla a nome di tutti i compagni. Saranno loro, assieme agli insegnanti, a ripulire il parco dalle scritte.
Quel parco che, riqualificato, da ritrovo di balordi e spacciatori, stava cominciando a essere riscoperto dalle famiglie. «Questo atto di vandalismo non ce lo saremmo mai aspettati da te. È stato sicuramente un momento di debolezza da parte tua, dopo un anno di lavoro da parte nostra», dice Roberto, sempre nel video.
La Mentuccia ripulita sarà inaugurata tra qualche settimana. «Faremo il possibile per mettere al suo posto tutto quanto com’era prima, ma tu hai tutto il tempo per chiedere scusa nel modo in cui ti piace e in modo anonimo, perché non abbiamo bisogno di sapere il tuo nome, ma esigiamo le tue scuse. Vogliamo solo quello, ma non provarci mai più».