di Raffaele Vitali
FERMO - I numeri della Politecnica a Fermo sono quasi incredibili: le iscrizioni continuano da anni a crescere. Merito di corsi di laurea che attirano, e danno lavoro, ma anche del lavoro fatto dalla responsabile territoriale Silvia Principi.
“Dal 2016 la popolazione di ingegneri gestionale è in crescita, è passata da 425 a 601 studenti” sottolinea soddisfatto il sindaco Paolo Calcinaro. Che ribadisce continuamente come Università significhi economia. “Sappiamo che può crescere molto la Magistrale, lo dicono i numeri. E per questo torniamo a investirci ampliando i corsi di laurea in modo da poter pescare anche tra i triennali di altri settori, penso all’indirizzo in Digitalizzazione” aggiunge il primo cittadino anticipando una delle novità. Agli ingegneri, tra l’altro, si aggiungono i 218 di infermieristica, quindi sono 820 gli studenti che gravitano su Fermo.
Il preside di Ingegneria, il professor Bevilacqua, va ancora più indietro nel tempo: “Siamo partii con i diplomi di laurea e dal 2009 con i corsi di laurea in Ingegneria Gestionale. Nel 2009 c’erano 55 matricole, per la magistrale 32. Oggi sono 150 e 62 al termine di un anno difficilissimo. Un corso di laurea che funziona, è attrattivo come ingegneria Meccanica ad Ancona”.
Ma non solo: chi studia a Fermo si laurea anche in tempo, il ritardo è inferiore ai sei mesi. “Merito del corpo docente che garantisce formazione, competenza e velocità. Avendo buoni rapporti con le realtà esterne, si creano ottimi tirocini curriculari che per il 90% sono legati alle imprese della regione”.
La crescita di Fermo, e di tutta la Politecnica, va in controtendenza rispetto al Paese: “Come Crui, era prevista una diminuzione del 20% delle matricole” ribadisce il rettore Gian Luca Gregori guardando negli occhi l’ingegner Amedeo Grilli, presidente della Carifermo: “Insieme con la fondazione Cassa di Risparmio stiamo studiando l’impatto economico degli studenti, si parla di 4-6milioni all’anno. Un ritorno rispetto all’investimento molto elevato” precisa l’economista Gregori.
E il potenziale crescerà in fretta. A settembre parte Logopedia, che è stata accreditata dal ministero, ma soprattutto dall’anno accademico 2022/2023 ci saranno le novità più corpose. “Dobbiamo agire per far sì che i numeri della magistrale migliorino, dobbiamo tenere gli studenti qui, farli specializzare sul territorio e non vederli andare verso nord” prosegue Gregori.
È nato così un piano di azione “Il nostro obiettivo è inserire percorsi di dottorato di ricerca, ancora più utili di nuovi corsi di laurea. Perché così completeremmo la filiera. Stiamo cercando di verificare le possibilità con il sindaco, ma sarebbe un piano di visione e integrazione completa. Cosa serve per farli partire? Le risorse, ma siamo ottimisti” prosegue Gregori.
Quello cha patirà sono i tre nuovi indirizzi di laurea magistrale all’interno di Ingegneria gestionale “che renderanno ancora più specifica, e quindi attrattiva, la sede di Fermo”. Di una cosa sono convinti i professori Germani, responsabile di Fermo Tech, che prevede un laboratorio con sei ricercatori stabilmente a fermo, e Forcellesi: “Si può migliorare, anche una crescita del 110%. Le nostre proposte saranno approvate tra qualche mese e dal 2022-2023 ci si potrà iscrivere ai tre nuovi percorsi: produzione e logistica sostenibile, digitalizzazione e analisi dell’informazione aziendale, innovazione sostenibile, prodotti e processi”.
Inevitabile lavorare sul sostenibile: “Una parola chiave che segue le linee guida internazionali. Come è fondamentale lavorare sula digitalizzazione. Possiamo crescere nella Magistrale – ripete Forcellesi – tenendo qui gli studenti. Siamo sicuri che i numeri possono migliorare, il laboratorio che inaugurerà a fine mese sarà importante”.
Pronto ance il piano didattico: sette insegnamenti comuni per tutti, poi ognuno dei tre indirizzi avrà quattro corsi personalizzati e due esami a scelta libera oltre a un esame di lingua avanzato e al tirocinio. “Coinvolgeremo sempre più aziende, gli ingegneri servono ovunque, dalla pubblica amministrazione alla sanità passando per il mondo produttivo. Il gestionale è una figura di sistema, conosce i processi” conclude Bevilacqua.