FERMO - Tre mesi di indagini serrate e tanto trovato sotto il tappeto dalla Guardia di Finanza di Fermo: la “scomparsa” di 45 veicoli dal parco autovetture di una società; casse contanti svanite nel nulla; libri e scritture contabili occultati per ostacolare la ricostruzione del reale patrimonio societario; bonifici non giustificati dall’attività di impresa e arbitrarie ricariche di carte prepagate intestate a soggetti non aventi alcun rapporto con le società fallite; trattenute a carico dei dipendenti le ritenute fiscali e previdenziali senza mai versarle.
Tutto questo ha portato a una serie di accuse: bancarotta fraudolenta semplice, documentale e preferenziale, ma anche patrimoniale aggravata e continuata con la distrazione dei beni per evitare la pretesa da parte dei creditori dei compensi dovuti. A risponderne saranno undici imprenditori.
“Gli inizi del 2021, sulla scia dei mesi finali del 2020, complice anche il ritmo ridotto con cui il Paese procede a causa della crisi pandemica, è stato caratterizzato da un andamento purtroppo crescente dei casi di dissesto societario, il più delle volte sfociati nel fallimento di attività industriali e commerciali, che hanno travolto numerose aziende del tessuto economico fermano, specie nel settore manifatturiero” spiega il comando della Finanza fermana.
Azioni che hanno permesso di sottrarre otto milioni di euro. “La costante e accurata attività ispettiva condotta dai finanzieri fermani è espressione della specifica attenzione del Corpo, soprattutto in questo delicato momento storico dell’economia nazionale, alla tutela dell’economia legale, alla salvaguardia delle realtà aziendali sane ed alla difesa degli interessi creditori, per contrastare i comportamenti illeciti finalizzati a spogliare i patrimoni societari di beni e di denaro mediante artifizi, condotte fraudolente, indebite appropriazioni e distrazioni di valori” conclude il comandante.