di Raffaele Vitali
MONTE URANO – Il 14 febbraio di due anni fa, nel giorno dell’amore, Giuseppe Lenoci ha perso la vita. “Uno studente che è morto da lavoratore” ricorda a tutti la zia Angela Lenoci, il volto battagliero di una famiglia segnata dal dolore.
Al suo fianco ci sono sempre la mamma e il padre, ma è lei che con una forza che neppure pensava di avere, continua la sua battaglia legale e istituzionale affinché l‘alternanza scuola lavoro, oggi Pcto, sia abbinata alla parla sicurezza. Perché Lenoci è morto così, durante le sue ore di formazione in azienda, in un incidente stradale nell’auto condotta da un dipendente dell’impresa per cui da studente lavorava.
“Ho scritto al ministro Valditara e mi ha risposto. Ha capito il senso di questa battaglia che non è solo per Giuseppe, ma per le troppe vittime e soprattutto per i tanti giovani che vogliono poter vivere serenamente il loro periodo di Pcto” ricorda a tutti la zia.
Un ricordo che l’amministrazione comunale guidata da Moria Canigola, oggi rappresenta dall’assessore Brasili, ha voluto rendere tangibile con una targa ricordo posizionata nel campetto da calcio di via Ungheria in cui Giuseppe Lenoci passava ore con i suoi amici. Che come sempre da due anni, erano in tanti a stringersi ai familiari mentre si scopriva la targa. “Lui era speciale, era unico” hanno ricordato. “Lui era come un figlio per me” ha ribadito il presidente della sua squadra di calcio.
Non sono mancate le istituzioni, quelle che lo Stato lo rappresentano, la Prefettura con il vice Giovanni Todini, e quelle che sulla formazione – lavoro investono, la regione con la consigliera Jessica Marcozzi. E poi chi opera perché tutto questo non succeda ancora, l’Anmil e l’Inail. “Insieme, per Giuseppe, ma soprattutto per dare un futuro migliore a tutti i giovani” concludono compatti con occhi commossi ma anche pieni di determinazione.
