di Raffaele Vitali
FERMO – Una nuova sala d’attesa, colorata e accogliente per far vivere meglio l’attesa ai pazienti del reparto di oncologia. L’ennesimo miracolo dell’Anpof che tocca il cuore anche della direzione dell’Ast di Fermo, consapevole di come medici e infermieri di Oncologia stiano facendo miracoli per seguire tutti i pazienti.
Servono risorse e idee chiare: “Questo è uno dei reparti fondamentali. Le statistiche ‘terribili’ dicono che c’è un grande incremento di tumori anche in età giovanile. Questo preoccupa, ma ci deve far anche essere pronti. L’attenzione verso l’oncologia deve essere massima. Vogliamo sviluppare nuove attività, arricchire l’Ast, quindi andiamo verso il rinforzo delle strutture. Dobbiamo rinforzare gli organici, ne siamo consci. L’oncologia avrà sempre più necessità di personale e noi dobbiamo garantirlo” promette la direttrice sanitaria Simona Bianchi, che porta il saluto del dg Roberto Grinta e quello dell'assessore regionale Saltamartini che si è complimentato con l'Anpof per il gesto.
“Pochi giorni fa ci siamo ritrovati per la presentazione del sistema refrigerante anti alopecia del cuoio capelluto, oggi la sala che grazie alle volontarie è diventata realtà. Un risultato molto bello, che spero renda più piacevole un momento della vita complicato” prosegue la direttrice con il suo grazie sincero a chi ha reso tutto questo possibile: “L’apporto del volontariato è molto importante, soprattutto oggi, periodo in cui le risorse per la sanità sono limitate. Anche se nelle Marche ci difendiamo bene. Dai donatori di sangue alle associazioni che alleggeriscono il periodo di ricovero dei più piccoli, dobbiamo dire tanti grazie”. Un altro lo aggiunge Elisa Draghi, la direttrice del Murri: “L’ufficio tecnico si è messo a disposizione per realizzare due sale, questa principale e quella più piccola all’interno del reparto”.
Del resto l’Anpof vive ogni giorno tra i corridoi e questo permette di capire le necessità. A quelle mediche risponde il primario Renato Bisonni, per il resto ogni aiuto è fondamentale: “L’Anpof fa un lavoro continuo, giornaliero. Abbiamo voluto rimodernare la sala d’attesa, ma tutto il reparto avrebbe bisogno di interventi” sottolinea il primario rivolgendosi alla direzione sanitaria già stimolata sul lato personale.
“Nuove sedute, una parete dai colori meravigliosi, presto ci sarà il televisore. Se vogliamo far sì che i pazienti non debbano venire tre volte a settimana, i tempi si allungano. Rendere l’attesa piacevole, quantomeno non complicata, è il nostro compito. E l’Anpof ci aiuta in questo” aggiunge il primario che sa bene quanto i volontari siano un riferimento anche per il personale. E la conferma arriva dalla caposala Borriello: “Non supportano solo i pazienti, ma anche noi. Durante la mattinata possiamo parlare, alleggerire i momenti. O a volte discutere per trovare le soluzioni più utili al paziente che si reca in oncologia. Questa sala di aspetto sta piacendo ai nostri pazienti”.
Last but not least Michaela Vitarelli, presidente di Anpof: “A Grottammare qualche giorno fa ho sentito parlare il segretario generale del Censis che descriveva il popolo italiano usando la parola sonnambulismo, un brancolare che ci fa ignorare i pericoli e quello che ci circonda. Invece, serve partecipazione e questo mi ha fatto pensare a quello che facciamo noi ogni giorno. E questa sala lo dimostra. Noi siamo un’associazione di persone che partecipano a un progetto con una mission chiara. Che poi trova sula sua strada le persone giuste, come Loris Traini ci ha fornito le poltrone e lo studio tecnico della direzione sanitaria: tutti hanno dato il loro contributo. Un percorso lungo, ma il volontariato riesce anche a creare soluzioni pronte dove il sistema magari si arena. L’importante poi è trovare gli interlocutori giusti, come in questo caso”.
La sala bella aiuterà tutti. “Ma una rinfrescata al reparto potrebbe servire. Noi – conclude la presidente – possiamo anche contribuire, ma serve l’impegno della Direzione”. Sono una ventina i volontari in azione dell’Anpof, ma le porte sono sempre aperte “anche solo come soci, non è detto che poi si debba lavorare in reparto. Che non è facile. Infatti prima di entrarci, in ogni caso accompagnati da un tutor, c’è il colloquio con la psiconcologa esperide da superare. Ma chiunque voglia contribuire è il benvenuto visto che il tempo da donare è tanto, nel 2022 abbiamo toccato 15mila ore di servizio, tutti i giorni e in ogni periodo dell’anno del resto, quando ci sono i medici e le terapie ci siamo noi”.