di Raffaele Vitali
“Mi domando se le stelle sono illuminate perché ognuno possa un giorno trovare la sua”. Antoine de Saint-Exupéry, con il suo Piccolo Principe, ha fatto sognare intere generazioni. Tutti, fin da bambini, siamo affascinati dalle stelle. Sono un punto lontano, sicuro, visibile che vorremmo raggiungere. Ma non potendo, ci accontentiamo di ammirarlo. Attorno alle stelle si costruiscono film, poesie, libri e carriere.
È il caso di tre giovani, due trentenni e un 25enne dall’energia infinita, che hanno saputo con caparbietà tagliare il primo traguardo: entrare nella Giuda Michelin dalla porta principale, conquistando la Stella. Sembra una cosa per pochi, ma in realtà ognuno delle punte certifica qualcosa di unico.
Qualità. È il primo requisito che si richiede per entrare dentro la Guida più ambita.
Creatività. Saper andare oltre l’ingrediente, renderlo qualcosa neppure di immaginabile senza farne perdere però la sua unicità.
Team. Non c’è solo lo chef dietro alla Stella, c’è un gruppo che si deve muovere come una cosa sola. Si chiama brigata, se stai ai fornelli, è uno staff se si aggiunge la sala. Perché se chi versa il vino, dopo averlo consigliato, sbaglia, non c’è topinambur trasformato che tenga.
Passione. È il vero motore, unito alla conoscenza. È quella che ti fa aprire il ristorante anche quando è giorno di riposo, che ti spinge sa provare e riprovare, a cambiare anche quello che funziona.
Business. Una Stella vale tanto, c’è un circuito di turismo enogastronomico che si muove solo per quello. Un po’ come la rete dei Borghi più belli d’Italia. Ora lo deve capire Porto sSn Giorgio, che dovrà saper coinvolgere i due ristoranti, ma in realtà l’intera provincia.
C’è poi la coda della stella, visto che siamo a Natale, che accompagna le cinque punte: quella però spetta a Nikita Sergeev, Pierpaolo Ferracuti e Richard Abouzaki alimentarla con il loro talento e con quei piatti, colorati e curati, che sanno parlare ai palati del mondo e non solo del posto, a quelli che prendono gli arerei in cerca delle Stelle e che così facendo conosceranno Castel San Giorgio e il lungomare e poi, se saranno brave le amministrazioni, arrivare a Fermo o ad Amandola e, perché no, al teatro romano di Falerone o alla Cuma.
Turismo enogastronomico stellare, qualcosa che sembrava lontano e che invece oggi è realtà. Il merito è di tre giovani, il guadagno di tutti.
*direttore www.laprovinciadifermo.com