PORTO SANT’ELPIDIO - Una mano. Come quella che da un anno non si può più stringere. E come segno di una socialità da riconquistare il prima possibile. Avrà la forma di una mano il monumento in memoria delle vittime del Covid, che sarà realizzato nel cimitero di Porto Sant’Elpidio.
A dargli forma sarà Nazzareno Rocchetti, chiropratico di Cingoli, convertito alla scultura. Stamattina c’è stata la posa della prima pietra. La volontà è di inaugurarlo a fine anno, per San Crispino o a Natale, «o quando tutto questo sarà finito». Il monumento sarà realizzato nella parte nuova del cimitero, vicino alle tombe di due elpidiensi morti per il Covid.
Lì accanto sarà piantato un ulivo, «come simbolo di vita, forza e rinascita. Il monumento – ha spiegato il sindaco Nazareno Franchellucci – avrà come elemento essenziale e simbolico la mano: quella che aiuta, che dovremo tornare a stringere e quello strumento di lavoro per l’artista. Nell’opera verranno sintetizzate la differenza fisica, la solitudine e la mano di tutti gli operatori sanitari che hanno aiutato e aiutano».
Prima della benedizione, don Paolo Canale ha letto le parole pronunciate da Papa Francesco lo scorso 27 marzo, all’inizio della pandemia: «Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda».
FRANCESCA PASQUALI