FERMO – La lotta ai tumori è senza quartiere. La Lilt fa squadra sul territorio, a livello nazionale è il volto sorridente della ‘belva’ Fagnani a veicolare l’attività, e coinvolge una lunga serie di partner per favorire la prevenzione.
“Oggi lanciamo due appelli, uno generale per il tumore del seno: prevenire spesso significa curare. E uno al femminile: trovate il tempo. Perché troppe volte quando visito mi sento dire ‘l’ultimo controllo non me lo ricordo’. Per donne tra i 30-60 anni non va bene. Questo mostro colpisce anche le giovani. Non trascuriamoci per colpa degli impegni” introduce Luciana Mariani, consigliera provinciale e urologa.
Screening è la parola che deve entrare in ogni casa. Lo ribadisce il presidente della Provincia, Michele Ortenzi: “Il cancro è un nemico silenzioso, per cui prevenire e seguire i percorsi di cura. Il, mese rosa è uno stimolo che poi deve proseguire. Noi condividiamo il percorso e le attività, nel possibile supportiamo e ci impegneremo a cercare collaborazioni per favorire la crescita degli screening”.
Tutto questo è reso possibile dai volontari “che ci mettono passione e competenze”. Sono loro ad aver garantito in poco più di un anno 1092 prestazioni gratuite tra visite senologiche (157), dermatologiche (101), urologiche (22), Tiroide (103), mammografie (100) ed ecografie senologiche (100). Il tutto in 36 giornate di ‘lavoro’ volontario. “Il mio orgoglio maggiore non sono solo i numeri, ma è il contenitore di bontà che cresce attorno alla Lilt” con emozione dice Federico Costantini che un grande grazio lo dedica ai medici, a partire dall’oncologo Luigi Acito.
“Il mese rosa è decisivo” riprende la presidente della commissione pari opportunità, l’avvocata Francesca Palma. “prevenire è vivere non è uno slogan, è la realtà. Che è resa tale da tanti soggetti, a partire dai sindaci che mettono a disposizione le strutture”.
Chi aiuta con i fondi è la commissione regionale guidata da Maria Lina Vitturini: “Noi dove possiamo aiutiamo, abbiamo dei fondi che gestiamo ogni trimestre. Quindi altri comuni che vogliono entrare nella rete posson entrare. Noi supportiamo la prevenzione e lo ricordiamo a ogni donna che troppo spesso rimanda. Si lavora insieme e infatti qui c’è anche l’Ant”.
Cosa prevede il mese rosa. Si parte il 6 ottobre da Lapedona. “Insieme si può, le sane energie producono del bene nel territorio. Ogni comune può fare tanto” spiega la vicesindaca Stefania Mattetti che mette a disposizione la chiesa di San Nicolò con il suo soffitto ligneo senza pari.
Porto Sant’Elpidio è protagonista il 14 ottobre con lo spettacolo di Laura Marziali. L’assessore ai Servizi sociali Traini porta la voce di una delle città più impegnate, anche grazie a Ilaria Santandrea, e da cui gli screening da sempre partono: “Dobbiamo dare alle donne la possibilità di accedere ai servizi. Dobbiamo insieme combattere questo tumore plaudendo a uno sviluppo che oggi è provinciale”.
La protagonista non è voluta mancare e incassa il grazie più grande per quello che fa dal 2019 con lo spettacolo ‘C’è tempo tour’. “Uno spettacolo che riassume i miei diari. Intervento chirurgico, poi radio e chemio terapia. Mi appuntavo tutto e siccome di mestiere sono un’artista è anto lo spettacolo teatrale che racconta la storia di milioni di persone. Dalla diagnosi alle cure, al post di grande vulnerabilità e fragilità che ti isola spesso dal sistema. Racconto la mutazione fisica e spirituale” spiega.
Quest’anno il tour toccherà diverse città. Il format prevede una seconda parte con un panel sul tema oncologico. “Quindi connettiamo il territorio con parte medica e istituzioni. Dobbiamo abbattere la distanza, partendo dal linguaggio attorno alla malattia” prosegue ricordando che fondamentale è stato il supporto della San Crispino Eventi guidaata d Mirco Catini. La speranza è che il teatro si riempia.
Il 20 ottobre tutti a Servigliano per il convegno di riflessione seguito, il giorno dopo, da screening: “Facciamo cultura, portiamo informazione. Aiutiamo i nostri cittadini a crescere. Ottobre è il mese della prevenzione, ma lo sono tutti. Dobbiamo favorire il lavoro ‘contagioso’ della Lilt. Stiamo tracciando un modello di sanità, sempre più territoriale” riprende il sindaco Marco Rotoni.
Chiusura nel capoluogo, il 27 ottobre alle 2130. In prima linea l’assessora Maria Antonietta Di Felice: “Parleremo della donna con nutrizionista, psicologo e fisioterapista. Poi il giorno dopo, screening senologico nella farmacia comunale”.
La Lilt ci crede in questa rete e Federico Costantini, vicepresidente, lo dice con forza. “Volevamo la Provincia, è un simbolo per un progetto che cresce. Privati e pubblico interagiscono con noi e lo fanno con sempre più convenzione. Tanti si avvicino alla Lilt. Abbiamo lunghe liste di attesa per la prevenzione, in particolare per la dermatologia dove il dottor Morresi lo chiamiamo ogni volta. Spero che la sanità pubblica si accorga sempre più di noi, i privai già l’hanno fatto. Siamo una risorsa, tale ci consideriamo e faremo sempre di più grazie ai volontari che crescono ogni anno”.
Chiosa finale è per il dottor Acito, fresco di pensione dal Murri: “Dopo 34 anni di oncologia a fermo in cui ho punto sempre sula prevenzione, fare parte della Lilt è naturale. Dobbiamo aumentare la diffusione della cultura della prevenzione perché ‘la prevenzione è una prima forma di cura’. Un oncologo francese, Lagarde, ribadiva ‘che la prevenzione è un incubo dell’industria farmaceutica’. Se arriviamo a una diagnosi precoce, la guarigione è garantita al 99%. Sarò protagonista a Lapedona e Servigliano prima per informare sulla prevenzione e poi per gli screening”.
Prevenzione che è primaria, secondaria e terziaria. “La primaria – chiarisce Acito - ha come scopo il ritardare o impedire la formazione, e secondaria, che permette una diagnosi precoce per arrivare in tempo e guarire. Agiamo sulla familiarità, c’è una percentuale di tumori che si eredita e che quindi si può affrontare con azioni preventive, come fece Angelina Jolie. C’è poi la terziaria, quella che con azioni mirate impedisce il ritorno della malattia”.
C’è anche una sfida finale: “La formazione delle donne all’autopalpazione: su dieci donne solo due lo fanno bene, quattro proprio non lo fanno. Insieme possiamo migliorare” il messaggio finale del grande team del presidente della Lilt, Renato Bisonni.