di Raffaele Vitali
MONTEGRANARO – Che beffa. Quel pallone che prende il ferro, rimbalza, intanto suona la sirena finale, ma lui rimbalza ancora e poi lentamente esce. Se fosse entrato, la Sutor avrebbe vinto la super sfida contro Rieti, ma il ferro ha detto che il costoso colosso guidato da Alex Finelli doveva vincere.
Una partita perfetta quella giuocata dalla squadra di coach Baldiraghi. Ha perso la Sutor, di un misero punticino, ma ha dimostrato che in serie B ci può stare eccome. Solo che non affronterà sempre Rieti, per cui serve che questa intensità, soprattutto difensiva, diventi una costante. Così che anche se non dovesse ripetersi la incredibile prestazione balistica di Murabito, 6/10 da tre punti, le possibilità di vittoria resteranno alte.
La Sutor ha avuto la palla per vincere perché Stanic, un metronomo che non sbaglia mai, dalla lunetta fa 0/2 lasciando 13 secondi di speranza ai gialloblù. L’azione è buona, la palla gira e arriva nelle mani di Murabito che tutto solo tira, ma niente. Tra le tante fotografie di questo match, resta quella di Alberti. Che ai tempi delle vere sfide tra Sutor e Rieti in A2 e poi in A1 neppure sapeva cosa fosse il basket. E questo l’ha fatto giocare leggero, ogni tanto anche troppo, ma la sua energia è contagiosa. Meglio un errore suo, con passaggio che finisce in tribuna seguito poi da un tuffo che gli vale il bravo di capitan Ndoja, dell’impatto che Masciarelli continua a dare a questo gruppo. ma resta insostituibile, visto che il roster è corto e Baldiraghi non può che sperare quando sta in campo.
Bene Crespi, che tornava dall’infortunio e si è trovato davanti un tonnellaggio di muscoli quasi incredibile. perché passare da Ghersetti ai gomiti di Chiumenti con qualche minuto di Roman non si augura al peggior nemico. Infinita la panchina di Finelli, che ogni tanto deve aver pensato ‘è fatta’.
Ma poi la Sutor tirava fuori l’orgoglio, e una di quelle triple che in questo campionato raramente si erano viste, e la partita si riapriva. Peccato per i 5’ iniziali dell’ultimo periodo quelli in cui Galipò, molto bravo, e compagni non sono riusciti a fare canestro, fino alla tripla di Murabito per il 56-58. E Rieti ha così superato il trauma dello svantaggio e ha ripreso a macinare affidandosi ai migliori cinque minuti di Ndoja, fuori forma ma sempre di un altro livello.
E poi Piazza, che non parla, non fa rumore, non sembra neppure in campo e in venti secondi segna il +1, 62-63, rubando poi palla a Murabito. E quello sarà anche l’ultimo canestro di una sfida che mancava da troppo tempo. Una sfida che i tifosi hanno vissuto come una volta, con cori, sfottò, urla e qualche canestro che balla. Una domenica di basket vero, peccato per quel rimbalzo sul ferro. Se la Sutor saprà trarre insegnamento da quanto fatto vedere, vincere qualche partita non sarà più una chimera, ma una certezza.