FERMO – And the Winner is…l’imprenditore marchigiano. L’asse economia politica mai come questa volta ha funzionato. Il grido delle aziende specialmente del settore moda, che vedevano i clienti provenienti dalla Russia fermi ai confini del Paese a causa del mancato riconoscimento del vaccino Sputnik, ha risuonato prima in provincia, poi in regione e infine a Roma.
Il canale aperto dalle parole del presidente di Confindustria Centro Adriatico, Valentino Fenni, hanno prima trovato sponda in Gino Sabatini, numero uno della Camera di Commercio, poi in Andrea Putzu, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, e infine nel fondamentale intervento dell’onorevole della Lega, Mauro Lucentini.
Un gioco di squadra, che ha coinvolto anche gli artigiani della Cna e Assocalzaturifici a livello nazionale, che ha partorito un documento con una richiesta chiara diventato oggi una norma all’interno del decreto del consiglio dei ministri. “Basterà presentare un tampone negativo, sia esso antigenico o molecolare. “Ringrazio il sottosegretario Costa, il ministro Speranza, il premier Draghi, l'onorevole Lucentini per l’attenzione e il buon senso che hanno mostrato accogliendo l’allarme che era partito dalle Marche. Abbiamo lavorato velocemente, in sinergia e con efficacia” commenta Gino Sabatini.
Il tampone dura 48 ore, quindi al russo, o chi per lui con Sputnik, basterà ripeterlo per poter rimanere più pre. “Per noi è un aiuto ai produttori italiani, ai sistemi fieristici e al settore del turismo: migliaia di persone, e soprattutto buyer, che finora non potevano entrare in Italia” aggiunge. Lucentini, insieme con il commissario Augusto Marchetti, incassa il risultato: “Sostenere le imprese e favorire l’occupazione è fondamentale per la Lega che si è mossa con rapidità ed energia. Insieme al presidente Sabatini abbiamo motivato ulteriormente e dettagliatamente al sottosegretario Costa la necessità di un intervento tempestivo che imprese ed associazioni di categoria delle Marche ci avevano sollecitato per lo sblocco della partecipazione alle nostre fiere dei buyer russi.
L’articolo 3 del decreto emanato oggi del Consiglio dei Ministri risolve il problema mettendo la parola fine su una limitazione che ha avuto ripercussioni fin troppo forti sul PIL italiano e marchigiano in particolare considerata l’importanza del mercato russo per i settori manifatturieri del made in Italy”.
Raffaele Vitali