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Un miliardo per rendere il sogno realtà: la metrotramvia tra Amandola e Porto San Giorgio nelle mani della Politecnica

30 Agosto 2024

FERMO – La metrotramvia torna d’attualità dopo l’estate, l’autunno fa ripartire il sogno e chissà che non diventi un cantiere. A rappresentare il comitato è Elvezio Serena, a dargli forza è il consigliere regionale Marco Marinangeli, a fare squadra è il presidente della Provincia, Michele Ortenzi.

Ma il vero protagonista è il professor Gianluigi Mondaini della Politecnica delle Marche che realizzerà, entro Natale, lo studio di pre fattibilità dell’opera. “Il recupero del tracciato Porto san Giorgio – Amandola è un punto fermo di molti cittadini, ma anche di vari stakeholder. La regione ha aperto alla discussione e sono stati recuperati fondi per il progetto di fattibilità economica” spiega Michele Ortenzi. A questo si aggiunge l’impegno di Provincia e fondazione Carifermo, in sala c’è il presidente Girotti Pucci.

Il tutto si traduce in 38 mila euro, 25 della regione, 5 della Provincia e 8 della Fondazione, che permettono al team del professor Mondaini di realizzare lo studio. “Un passo importante, ne parliamo da anni, c’era ancora la presidente Canigola, anche all’interno del Tavolo per la competitività e lo Sviluppo. Questa è un’opera prioritaria per la crescita economica del nostro territorio. Spero che questo sia davvero un primo passo avanti” ribadisce Ortenzi.

Marinangeli, supportato anche dal collega Andrea Putzu, è soddisfatto: “Ricordo un primo incontro in un garage di fermo in cui si è ragionato su questa infrastruttura. Finanziare lo studio è l’avvio di un percorso interrotto nel 1956. Nessuno parli di nostalgia, siamo consapevoli delle risorse che potranno servire. Ma credo che sia stato fatto quanto dovuto: partire intanto con una pre-fattibilità”.

Il percorso è in parte compromesso, ma ci sono le tredici fermate dei 57 chilometri che collegavano Porto San Giorgio e Amandola, con tanto di manufatti lungo la strada, da valorizzare. “I vantaggi sarebbero enormi: creeremmo una facile connessione costa – terra favorendo le opportunità turistiche, rendendo i 22 chilometri tra Servigliano e Amandola veloci e senza impatto. Di certo lo studio, che verrà completato entro la fine dell’anno, ci chiarirà il progetto” prosegue Marinangeli.

Elvezio Serena è il portavoce del comitato metrotramvia nato con il Carducci, la Cna, Legambiente e Italia Nostra. “Questa è una tappa di passaggio comunque importante. Noi ci crediamo e ci credono 26 comuni, di cui 20 fermani, cinque maceratesi e uno piceno. Questo non è un sogno, perché dobbiamo fermare lo spopolamento delle aree interne. Saremo più ricchi ridando la spina dorsale a tre province”.

Una ferrovia reale significherebbe “riduzione di cemento e macchine, lo ha detto anche Violoni presidente Ance che servono più binari che terze corsie. Creiamo intermodalità, treno bici e pullman elettrici. Lavoriamoci”. Ascoltano numerosi sindaci, i testa Servigliano, Grottazzolina e Falerone, oltre che Fermo, rappresentata dall’assessora all’Urbanistica Di Felice.

“Non si pensi che sia facile essere arrivati fin qui. Noi ci crediamo in questo progetto. Spero che altre forze entrino in gioco. Dico grazie alla regione, qui i politici vanno oltre il loro periodo elettivo, credono nel futuro che non premierà chi è qui oggi” aggiunge il presidente Girotti Pucci.

La Politecnica è quindi attesa come il messia e sta lavorando a stretto contato con l’ufficio tecnico provinciale guidato dal dirigente Rongoni. “Siamo alla fase di comprensione del territorio, di analisi e di studio di altre zone italiane, le best practice. Operazione visionaria che ci stimola. Siamo molto attaccati  alla realtà e quindi dico subito che è una strada complicata”.

Il modello ‘top’ è quello di Bergamo, che attira, stimola e spaventa al contempo perché è costato 20milioni di euro al chilometro. Il che significherebbe per il Fermano un investimento di un miliardo. “Lì sono uniti treno, pista ciclabile e linea elettrica, ci sono i depositi per i tram che scorrono rapidi. Difficile immaginare tutto il percorso nella stessa maniera, dovremo adeguarci alle difficoltà e adattarci ai numeri in gioco”.

Per scegliere la miglior strategia, la Politecnica sta anche raccogliendo dati legati alla mobilità e ai flussi turistici. Stiamo creando una mappa d’uso del territorio legata alla sanità, all’istruzione, agli uffici amministrativi. Dati necessari  per capire il tutto”.

Nel piano di Mondaini il tracciato ferroviario sarà completamente su un sedime diverso, ma verrà usato quanto pipossibile il vecchio in funzioni turistiche.” Per cui – ribadisce il professore - serviranno hub per le persone e punti di racconto dei luoghi”.

I soldi si troveranno, prima bisogna avere il progetto: “A Bergamo si sono uniti pubblico e privato, costruiremo sinergie” chiarisce il professore della Politecnica.

E aggiunge Marinangeli: “Nessuno qui sogna, il concreto viene dal fatto che senza quello che facciamo non potremmo andare avanti. L’Europa ci insegna che per i fondi servono progetti. Dovremo fare un lavoro di squadra, di territorio. Impegno di tutto il territorio e di chi ci sarà dopo di noi. Portiamo valore, è difficile ma ci proviamo. Qui non è una operazione di facciata, prima pietra dopo tanti anni di parole”.

r.vit.

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