MILANO – Paolo Mattiozzi è un entusiasta, ma anche un imprenditore molto analitico e se arriva a dire “per gli artigiani è un Micam che non si vedeva da un decennio” è perché è andata davvero così.
Il presidente di Federmoda Fermo con le sue parole anticipa di qualche ora il bilancio finale di Micam e Mipel, che con quasi 50mila visitatori chiudono con un +25% rispetto alle precedenti edizioni.
“Sono tornati buyer da mezzo mondo, gli ucraini si sono presentati e hanno lasciato acconti, forse è mancata un po’ di Germana e di nord Africa, ma veramente una grande risposta” prosegue Mattiozzi. Del resto, il 50% dei visitatori, stando ad Assocalzaturifici e Assopellettieri, è arrivato dall’estero.
Le performance migliori a livello europeo con Francia, Regno Unito, Grecia e Spagna; ottimi anche i risultati registrati da Paesi più lontani come Corea del Sud, Giappone e Kazakistan. “Le nostre collezioni ormai non hanno più un confine temporale. Del resto – riprende Mattiozzi, che è un punto di riferimento per le più grandi griffe con le sue borse – uno stivale si usa di inverno e d’estate. L’uomo sfila con i boots anche a primavera, diventa inutile parlare di stagioni. Ma è certo che l’invernale è quello che impatta di più sui bilanci”.
In chiusura di una fiera stimolante restano le visite dei ministri Santanché e Salvini, del viceministro Valentino Valentini, dei sottosegretari Lucia Albano e Paola Frassinetti, oltre ai governatori di Marche e Lombardia. Ma resta anche la riflessione sui giovani, che Mattiozzi, insieme con il presidente Cna Marche Paolo Silenzi, e la numero uno di Federmoda Doriana Marini, che espone a Lineapelle, stanno affrontando.
“Dobbiamo coinvolgerli, offrendogli corsi professionalizzanti, a cominciare dagli ITS. Servono percorsi formativi adatti, pensati insieme da imprese e scuole” ribadisce e aggiunge Marini: “Le aziende non trovano personale da assumere adeguatamente preparato. Va reso attrattivo il mestiere della moda”. Ma non solo l’influencer. Una strada “è portare i giovani dentro le fabbriche, negli atelier” come proposto anche dall’assessora di fermo, che viene dal mondo delle agenzie interinali, Annalisa Cerretani.
“Non va dimenticato che – proseguono i vertici di Federmoda - entro il 2025 la moda avrà bisogno di 90mila nuovi addetti”. In attesa di percorsi formativi atttrattivi, però, bisogna agire. E Mattiozzi ha una ricetta: “Diamo risorse direttamente alle aziende per avviare percorsi interni di formazione. Non possiamo fare a meno del personale, ancora di più in questa fase di produzione”.
r.vit.