di Francesca Pasquali
FERMO - Ha convinto i giurati e sbaragliato la concorrenza “Il mio nome è nessuno”, il cortometraggio realizzato dagli studenti delle superiori, premiato al festival “Corto a parte”.
Quella vinta dai ragazzi e dal regista Giordano Viozzi che li ha diretti è stata la sezione “School Days”, dedicata alle scuole. Il festival, che è alla settima edizione, si tiene a Trevico, in provincia di Avellino, è dedicato a Mario Puzo, lo scrittore e sceneggiatore de “Il Padrino”, che ha scritto anche le sceneggiature dei primi due “Superman”, ed è rivolto alle aree interne.
Un successo per i dieci ragazzi (Sofia Amici, Annalaura Cola e Martina Santoni del Liceo classico “Caro”, Giuseppe Biancofiore, Francesco Grilli, Manuel Mancinelli, Alessio Sabbatinelli e Leonardo Cesetti dell’Iti “Montani”, Francesco Trotti dell’Itet “Carducci Galilei” e il giovanissimo Giulio Cola dell’Isc “Nardi” di Porto San Giorgio).
«’Corto e a capo’ è la prima rassegna di livello nazionale e internazionale a cui abbiamo partecipato, ma abbiamo in testa di partecipare ad altre rassegne, di pari, se non maggior importanza. E saremo fuori concorso all’ “Anello debole”» spiega il vicepresidente della Provincia, Stefano Pompozzi. Per il quale, il corto ai ragazzi ha dato «uno stimolo importante», permettendogli di realizzare «un prodotto di qualità che prende posizione sui temi sociali e che vorremmo portare avanti».
Il progetto è stato coordinato da Laura Lupi. I ragazzi hanno lavorato di pomeriggio, fuori dall’orario scolastico. L’idea è nata nel 2019, dopo l’evento di Libera al Super8, con cinquecento studenti delle superiori. Da lì è partita la collaborazione con l’associazione fondata da don Ciotti. E i contatti con le scuole. Le scene sono state girate a Porto San Giorgio e a Torre San Patrizio.
La pandemia ha complicato le cose. Gli incontri, prima in presenza, sono diventati a distanza. Per le riprese, si è dovuto stare attenti a tutte le regole anti-contagio. Ma il risultato ha ripagato gli sforzi. «È stato un piacere lavorare con i ragazzi. Abbiamo scoperto dei veri talenti. Sono venute fuori delle prove attoriali decisamente valide», spiega Viozzi, che oltre a dirigerli, ha aiutato gli studenti a scrivere la sceneggiatura.
Altrettanto ha fatto Rebecca Liberati con la recitazione. «Non importa chi tu sia. È importante che aderisci alla vita sociale di comunità. E questi ragazzi - chiosa Viozzi - hanno dimostrato di avere una visione della società che contrasta con quello che, spesso, pensiamo di loro».