Giorni di gloria per il mondo della pallacanestro. Soprattutto per quella europea. In America si celebra l’ingresso di quattro star Nba, Tony Parker, Dirk Nowitzki, Dwyane Wade e Pau Gasol, nella Basketball Hall of Fame di Springfield.
Per ognuno un accompagnatore speciale: Gasol, che ha dedicato il momento a Bryant con cui vinse un anello, è stato introdotto da Toni Kukoc e Kareem Abdul-Jabbar, Dirk Nowitzki da Jason Kidd e Steve Nash, Dwyane Wade da Allen Iverson e Tony Parker da Manu Ginobili e Tim Duncan, a ricomporre il famoso terzetto di San Antonio, con cui è stato campione Nba quattro volte. Proprio Parker è il simbolo del ‘se ci credi puoi’, considerando che quando è partito dalla Francia gli dicevano: “Sei troppo piccolo. Sei troppo magro. Non ce la farai mai.' Beh, sono io quello che sta ridendo ora".
A migliaia di chilometri di distanza, a Ravenna, a essere celebrato è invece Gigi Datome, un passato in Nba, campione in carica con Milano e colonna della Nazionale. L’amichevole degli azzurri, senza il pesarese Visconti rientrato dopo il ritiro estivo, contro Porto Rico chiude la sua attività in Italia, ma sarà il Mondiale in Asia a segnarne davvero la fine della carriera agonistica.
Per il DatHome È stata scelta Ravenna, “del resto il Sommo ha preso esempio dal mio libro” ha scherzato Datome rispondendo alle domanda ‘social’ del compagno di squadra Melli.
Per l’addio italiano di Datome è arrivato anche il presidente Fip, Gianni Petrucci: “Non è soltanto un grande giocatore ma è anche un grande uomo. È un padre con una splendida famiglia alle spalle, ed è una persona di cultura”. Una serata meritata quindi, come conferma anche il coach: “Una leggenda, per me allenarlo è un onore”.
Datome ha ascoltato, di solto taciturno insieme con Melli nell’ultimo mese ha dato via a fantastici duetti che hanno avvicinato ancora più giovani al basket e alla Nazionale. “Sarà una festa bellissima, questo lo so già ancora prima di giocare. Cerco di concentrarmi sulla partita, anche se non è facile, ma tra qualche giorno per fortuna partiamo e andiamo lontano, così potrò pensare solo al basket”. L’ala partita dalla Sardegna è uno di quei giocatori che all’Azzurro non ha mai saputo dire di no: 192 presenze, 21 stagioni e 3393 punti.
Nessuno come lui. “È la maglia che più mi rappresenta - spiega -. Ho girato tanto, ma la maglia della nazionale è rimasta un punto fermo. Vestire questi colori era il mio sogno e averlo realizzato mi fa rendere conto della mia fortuna. Mi sto godendo ogni momento perché è un privilegio essere il capitano della Nazionale. Ho dato all’Italia tutto quello che potevo, ma ho anche ricevuto tantissimo: divertimento, amicizie, amore, successo e serenità. Non potevo chiedere di più” conclude Datome che dopo i Mondiali di settembre inizierà la sua nuova carriera da dirigente all’Olimpia Milano, al fianco del ‘veregrense’ d’adozione Gianmaria Vacirca.