FERMO – Una assemblea convocata con tre punti all’ordine del giorno, molto generici. Si parlava di relazione del presidente Fabrizio Luciani e poi discussione sulla situazione attuale e infine le canoniche varie ed eventuali. Ma questo ordine del giorno è cambiato, e pure tanto. Per cui questa sera, dentro la sala dell’Hotel Royal, l’Unione degli imprenditori del Fermano vivrà un momento chiave della sua storia.
E lo farà partendo da un minuto di silenzio dedicato a Giorgio Ripa. Classe 1943, l’imprenditore calzaturiero cresciuto insieme con la sua Porto Sant’Elpidio, è stato il primo presidente dell’Uif nel 1979, quando già contava su 150 dipendenti. E oggi, a 24 ore dalla sua scomparsa, l’Uif potrebbe riprendere davvero vigore.
Perché, ecco la novità, l’ordine del giorno è stato integrato con altri quattro punti, uno più pesante dell’altro in questa fase complicata in cui la vita dentro confindustria Centro Adriatico non è più serena. Dimissioni, espulsioni, ancora dimissioni, lettere anonime, interviste, comunicati, altre lettere e tentativi di ricucitura, senza però mai mettere in discussione gli atti più divisivi. Nell’ultimo mese non è mancato nulla, inclusa la convocazione di un Consiglio generale voluta da Roma e prevista nei prossimi giorni. Il tempo dei Probiviri nazionali di decidere una data e il vaso di Pandora verrà aperto.
Intanto, ecco il punto 4 dell'assemblea: “Discussione e deliberazione sul recesso di dal Centro Adriatico Confindustria e conseguente richiesta a Confindustria Nazionale per far recuperare a UIF, a seguito di tale recesso, la sua posizione autonoma in ambito confindustriale”. Ma non solo, perché nel punto entra anche la questione del bonifico che dalle casse dell’Uif avrebbe fatto transitare 70mila euro in quelle di Centro Adriatico. Somme dovute, ma versate in maniera per i fermani irregolare.
Il punto 5 è legato alle sanzioni che andrebbero comminate “per gravi comportamenti e inadempimenti alle previsioni statutarie posti in essere da alcuni soci di UIF”. Altro punto tecnico è il sesto: “Chiedere a Confindustria Nazionale di intervenire presso il Centro Adriatico al fine di far dichiarare nulle, inesistenti e di nessun giuridico effetto le sanzioni emesse nella seduta del Consiglio Generale del 24 marzo”.
Infine, il punto politico: “Deliberare la richiesta di espulsione del Presidente e del vicepresidente di Confindustria Centro Adriatico attualmente in carica per gravi inadempimenti e gravi fatti”. Se il voto sarà favorevole a tutti questi punti e Confindustria Nazionale seguirà le indicazioni, i giorni di Centro Adriatico finiranno presto, uscendo di scena uno dei due soci fondatori.
Dove si fermerà l’aquilotto, a questo punto, è difficile da dire. Fermo è convinta di avere le carte giuridiche in mano, Ascoli, insieme con alcuni imprenditori fermani, è invece certa della bontà delle azioni portate avanti seguendo lo statuto. Ai probiviri nazionali, che nella prima fase non hanno fermato le dure mosse del consiglio generale, spetterà a breve sentenziare in maniera definitiva, sapendo che tra pochi mesi la presidenza di Centro Adriatico spetterebbe proprio a Fermo. Se resterà socia.
@raffaelevitali