*Attenzione, i prossimi giorni, anzi settimane, saranno un crocevia più economico che politico. E questo il distretto fermano maceratese lo deve capire.
In realtà è tutta la regione Marche che dovrà prendere delle decisioni importanti. Questo territorio è particolarmente esposto sul mercato russo. Nonostante dal 2013 in poi ci sia stato un crollo negli ordini, nel prezzo al paio, nell’export in generale.
Le sanzioni, già presenti da anni, saranno pian piano inasprite, fino al possibile blocco delle transazioni, un po’ come se i conti venissero congelati e con loro i pagamenti. Per cui, addio ordini e consegne. Sono anni che si parla di ricerca di nuovi mercati, per superare il rallentamento del mondo ex Csi, è evidente che la questione non è più rinviabile.
Per il settore della tecnologia il problema è già noto, per il lusso potrebbe essere questione di ore. Perché le sanzioni, quando salgono di livello, non guardano alla tipologia di merce, come avvenuto fino a oggi.
Il popolo russo, che sconta le azioni del suo leader, è molto orgoglioso ma è anche innamorato del made in Italy e del bello in generale. I calzaturieri, per stare all’economia local, da anni si sentono dire ‘le vostre scarpe sono belle, ma le sanzioni…a questo punto compriamo dai turchi’. Nonostante ciò, la diversificazione di mercato di cui si parla da anni non ha mai preso la strada giusta.
La guerra però non è solo economia, ci sono persone, comportamenti, etica. Tutto crolla sotto i carrarmati russi, di fronte alle migliaia di ucraini stipati alla frontiera con la Polonia in cerca di un tetto sicuro. Le piazze si stanno riempendo, le coscienze delle persone si sono risvegliate.
Se l’annessione della Crimea, che portò alle prime sanzioni, sembrava ormai un ricordo lontano, parole, video e immagini dell’invasione in corso resteranno nelle menti per anni. La storia chiede conto a tutti, il lusso potrà continuare a vendere ai russi se tutto il resto del mercato si fermerà? Business ed etica, confine sottile proprio come quello tra Russia e Ucraina.
*Raffaele Vitali, direttore www.laprovinciadifermo.com