AMANDOLA/PORTO SANT’ELPIDIO – Le aree camper crescono, i comuni ci investono, sulla costa è frequentata quella di Porto Sant’Elpidio, tra i Sibillini Amandola ha aperto la strada a tante altre amministrazioni, Fermo ne ha una efficiente a Marina Palmense ma deve ancora decidere cosa fare per il capoluogo.
Il turismo outdoor non è solo un'attività economica interessante per le aziende ricettive e il territorio che le ospita, ma riveste per chi lo pratica un'importanza più profonda, legata al desiderio di vivere il proprio tempo libero in una dimensione diversa dal quotidiano.
I numeri del turismo open air in Italia parlano di 71 milioni di presenze nel 2024, con un aumento del 16% sul 2023 e 8 miliardi di fatturato con oltre 2.000 aree sosta e 2.000 campeggi. Se ne parlerà di certo a settembre alla fiera del Camper, di Parma, la seconda in Europa per importanza.
Uncrowd Tourism, slow tourism, midcentric tourism, turismo lento, sostenibile e responsabile: lo si può chiamare in tanti modi, ma è una delle frontiere del turismo in crescita. Secondo uno studio condotto nel 2024 da Visa in collaborazione con Ipsos, cresce l'attenzione alla tutela dell'ambiente da parte dei turisti, che nella pianificazione delle proprie vacanze, indipendentemente dalla destinazione, ricercano soluzioni green.
Secondo lo studio, il 46% dei turisti italiani è disposto a pagare fino al 5% in più per beni e servizi ecosostenibili. In questo scenario, oltre l'80% dei viaggiatori, nella pianificazione della vacanza, considera importante avere accesso a piattaforme capaci di suggerire mezzi, alloggi, servizi di ristorazione, percorsi turistici e attività eco-friendly sul territorio, sia in Italia che all'estero.
“La vacanza in camper genera il 30% di impatto in meno sul cambiamento climatico, il 36% di impatto in meno sul consumo di risorse naturali, il 27% in meno sul consumo di acqua” sottolinea un’indagine di Ergo, spin off della Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant'Anna di Pisa nel periodo 2022-2023.
CAMPER GREEN
Il camper è ecologico, ma si può trasformare ancora in qualcosa di meglio. Basta installare pannelli solari sul tetto per alimentari luci, elettrodomestici e dispositivi; usare batterie a lunga durata; utilizzare contenitori per separare rifiuti organici, riciclabili e indifferenziati; acquistare prodotti privi di imballaggi o con contenitori riutilizzabili; utilizzare per le docce soffioni a basso consumo per diminuire il consumo d'acqua; svuotare i serbatoi in aree designate per favorire il trattamento delle acque reflue; usare materiali sostenibili.
Soprattutto, una volta parcheggiato cercare di girare in bicicletta o a piedi. Secondo uno studio Enit del 2024, natura e arte sono le due principali attrattive per un viaggio, seguite dall'enogastronomia e dall'escursionismo. Tra ottobre e marzo, i cittadini europei hanno cercato nel 15% dei casi l'enogastronomia, il 16,6% la natura e il 14,7% la cultura.
Questi dati valgono anche per i camperisti, che per definizione sono alla ricerca di un tipo di viaggio libero, di scoperta e avventura, all'aria aperta, alla ricerca di nuove esperienze. E ai camperisti piace mangiare bene, sia fuori che dentro il mezzo.
Essere camperista implica anche una serie di scelte sul vestiario: abbigliamento funzionale come una giacca 3-in-1 (impermeabile, antivento e con strato rimovibile adatta ad ogni stagione), maglie in lana merino morbide, leggere e perfette per regolare la temperatura corporea; pantaloni convertibili che si trasformano facilmente in pantaloncini; scarponcini multiuso adatti sia per passeggiate leggere che per terreni accidentati e poi cappelli per proteggersi dal caldo o dal freddo; felpe e cardigan oversize per serate rilassanti accanto al fuoco. (nella foto l'area camper di Monterubbiano)