ANCONA – La dottoressa Rossana Berardi si è presa il palco del congresso della Società europea di oncologia medica. Il gotha della medicina si è ritrovato per discutere dei progressi nel trattamento dei casi più complessi di tumore.
La Berardi, ordinario di oncologia all'università Politecnica delle Marche, direttrice della clinica oncologica, Aou ospedali riuniti di Ancona e membro del Direttivo Nazionale dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom, ha presentato i dati relativa alla ricerca sul carcinoma polmonare, una della neoplasie più temute e insidiose e ogni anno colpisce oltre 41mila cittadini in Italia.
La lotta contro i casi più gravi può passare anche dall'analisi dei bassi livelli di sodio nel sangue. Un processo definito iponatriemia (ovvero una concentrazione di sodio inferiore a 135 mEq/l), che rappresenta un delle principali alterazioni elettrolitiche riscontrate nella pratica clinica oncologica. "È possibile sfruttarla per arrivare a efficaci biomarcatori, già nelle fasi precoci della malattia, nel predire la risposta ai trattamenti e la prognosi dei pazienti" sottolinea la Berardi.
La ricerca Isa è coordinata dalla professoressa Berardi e dalla sua equipe, costituita da Giulia Mentrasti, Lorenzo Giuliani, Carolina Liguori, Mariangela Gualteri, dalle biologhe Elisa Ambrosini, Natalia Chiodi e Francesca Bianchi, con il supporto della Sod di Anatomia Patologica, professoressa Gaia Goteri e dottoressa Francesca Barbisan, e del professor Marco Rocchi, ordinario in statistica medica dell'università di Urbino.
"Già diverse evidenze scientifiche - ha affermato la professoressa Berardi - testimoniano come l'iponatriemia sia responsabile di un aumento della morbilità e della mortalità per i pazienti oncologici. È legata anche ad una maggiore durata dei ricoveri in ospedale e dei costi associati. Il tumore del polmone, inoltre, rappresenta una delle principali cause di morte da cancro nel mondo in entrambi i sessi. Solo in Italia il numero di decessi ammonta a oltre 34mila l'anno".
Lo studio, condotto presso la clinica oncologica degli ospedali riuniti di Ancona, ha vinto un finanziamento attraverso il bando Prin (Progetti di rilevante interesse nazionale) del Miur. Tra i possibili biomarcatori analizzati ci sono i miRNA, piccoli segmenti di Rna coinvolti nella regolazione dell'espressione genica delle cellule del nostro organismo.
I primi dati ottenuti hanno permesso di individuare un gruppo di 12 diversi miRNA espressi nei campioni tumorali di dieci pazienti eunatriemici (con normali concentrazioni ematiche di sodio) rispetto a dieci iponatriemici. E' stato poi osservato come alcuni miRNA downregolati (espressi in minore concentrazione) siano associati ad una peggiore sopravvivenza, mentre altri upregolati (espressi in maggior misura) siano invece correlati ad una migliore sopravvivenza globale.
"I primi risultati rappresentano un passo avanti nella comprensione del ruolo del pathway della vasopressina, e più in generale della natriemia, nello sviluppo e nella progressione delle neoplasie polmonari. Attualmente - ha concluso la professoressa Berardi - è in corso la fase prospettica dello studio clinico che avrà lo scopo di validare queste scoperte su un campione più ampio di pazienti affetti da tumore del polmone in stadio avanzato".
@raffaelevitali