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Troppo Mazzola per Pistoia: vittoria con brivido, Pesaro continua la corsa salvezza

13 Aprile 2024

PESARO - E sono 400. Meo Sacchetti non poteva che festeggiare con una vittoria che vale un altro pezzetto del puzzle chiamato salvezza il suo personale traguardo in serie A.

Pesaro ha battuto Pistoia (89-82), facendo così il suo dovere. Ora non resta che sperare che Milano non regali a Treviso due inaspettati punti domani pomeriggio. Una partita con un eroe, Valerio Mazzola, ma con un leader indiscusso, Andrea Cinciarini.

Poi ci sono gli altri, perché nel basket non basta mai un giocatore solo. La Carpegna Prosciutto ha dominato a lungo, ma quando non sei abituato, poi ci cade velocemente. E Pistoia, squadra capace di vincere con Bologna e di giocare al tavolo dele grandi del campionato, sa invece come si recuperano anche 17 punti di svantaggio. Ma non è bastato questa volta, perché la fame di Pesaro è stata più grande.
È anche la serata di Love, il lungo americano, bianco e muscoloso, atterrato per provare a dare una scossa al finale di stagione della Carpegna Prosciutto Pesaro. Davanti si è trovato il nigeriano Ogbeide, non esattamente uno da ‘benvenuto’.

Il primo quarto dimostra che Sacchetti aveva ragione: la squadra si è allenata con una verve particolare, ho visto quell’atteggiamento che da tempo cerco. Tre minuti per prendere le misure a Moore e Willis, i terribili piccoli della sorpresa Pistoia, e poi via, il match cambia padrone cresce la difesa, ma soprattutto fa sempre canestro Valerio Mazzola. Tre triple su tre tentativi a segno spaccano il quarto, aggiungiamoci la presenza in difesa di McDuffie e il gioco è fatto. Da -5 (7-12) a +7 è un attimo. Pistoia è come un pugile che viene colpito forte, traballa. Iniziano a forza i piccoli, non basta la fisicità di Ogbeide. L’emblema del primo quarto è la difesa sull’ultima azione di Tambone e McDuffie che annebbiano al vista ai toscani, tiro sul ferro e quarto che si chiude sul 29-16.

Il secondo quarto inizia ancora meglio, perché con Mazzola in panchina ci pensano Visconti, due triple in fila, e Love, impatto brillante per il nuovo pivot ad allungare fino a un incredibile +17. Ma Pesaro sempre penultima è, come cala la concentrazione in difesa, è normale che le percentuali al tiro possano peggiorare, Pistoia ne approfitta e costruisce un contro break. Che la VL peggiora in un minuto, quello che mette fuori dai giochi Valerio Mazzola, che commette due falli in trenta secondi, un fallo più inutile dell’altro.

È evidente che il lungo periodo in panchina gli ha tolto il ritmo dalle gambe. Pistoia dimezza lo svantaggio, la palla torna improvvisamente pesante e così ci pensa Cinciarini a prendersi la responsabilità portando Della Rosa, che è più piccolo, vicino al ferro prima di segnargli in faccia. Carica i suoi e in un amen subisce tra falli di fila che caricano il pubblico. Si corre in campo, la squadra di Brienza ha fretta di recuperare, quella di Pesaro è in pieno Sacchetti style e quindi meno pensa e meglio è. Bluiett, l’errore di pochi giorni fa, sbaglia qualcosa di troppo, ma è evidente che si sente bene, perché continua a tirare alla fine segna. Tutti buoni tiri, quelli che piacciono al coach e anche ai suoi compagni. Pesaro però non chiude il match, due palle perse, una forzatura e nonostante un tecnico a Brienza tutto resta aperto (50-40).

Reattività più che precisione, questo il must di inizio terzo quarto, che rappresenta spesso il momento decisivo nella pallacanestro. Le difficoltà aumentano, come sempre quando il canestro torna piccolo per i palloni che partono da fuori area pitturata. Ma Pesaro è concentrata, il pubblico lo capisce e nel momento di massima confusione, un applauso parte spontaneo, senza cori. La gente sa bene quanto sia importante che i giocatori della Carpegna Prosciutto non vadano in ansia. Probabilmente perché appena atterrato, ma per Love la palla sembra leggera e così Cinciarini e Foreman lo cercano con assist puntuali che deve solo trasformare in facili canestri (60-52) che tengono a distanza l’indemoniato Willis.

L’idea di dominare il match è ormai scemata, non resta che giocare ogni pallone come se fosse l’ultimo utile per proseguire il sogno salvezza. Quando Cinciarini mette la tripla con tanto di step back, tutti pensano che la dea bendata è rivolta dalla parte giusta. Solo che è ancora lunga, manca un quarto (72-64). Inizia così, con quattro italiani in campo per la VL l’ultimo e decisivo quarto.

Due minuti, nessun canestro, Sacchetti non può che cambiare facendo uscire anche Ford, che per il pubblico non ha ragione di stare in campo ma che in realtà, pur non facendo canestro, ha fatto tante cose utili tra rimbalzi e palle recuperate.

Ma se poi sbaglia completamente libero, non può che finire in panchina. Anche perché Pistoia è di nuovo a meno quattro fino a quando non si riaccende McDuffie, servito in maniera irreale da Cinciarini, per due volte anche se arriva un solo canestro.
L’ultimo periodo è durissimo. Mazzola torna in campo, ma non segna e difende con meno convinzione, Pistoia ne approfitta trovando un paio di canestri facili al ferro. Gli arbitri, consapevoli della posta in palio, iniziano a esitare e l’instant replay diventa l’amico fedele a cui chiedere aiuto. Per una volta, sull’81-78, premia Pesaro.

Cinciarini capisce il momento ‘no ‘ del suo lungo e lo rimette subito in partita, liberandogli la penetrazione: un punto che fa sperare e rimette due possessi a tre minuti dalla fine del match che i toscani continuano a tenere vivo grazie al talento incredibile della coppia Willis-Moore. Che a volte però si specchiano e perdono palloni.

Sacchetti non cambia più nulla, Love è appena arrivato, meglio un Mazzola meno brillante ma sicuro dei suoi movimenti. Come quello che, dopo un prezioso rimbalzo di Cinciarini in attacco vale il +4 a un minuto dalla fine.

E siccome i miracoli sono beli solo se si compiono, è ancora il 22 biancorosso a mettere la tripla decisiva. "Vi vogliamo così" urla il pubblico.

Raffaele Vitali

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