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Troppa VL per la Fortitudo: Ahmad, Maretto e il lavoro di coach Leka fanno grande Pesaro

29 Dicembre 2024

di Raffaele Vitali

PESARO – “Finalmente il profumo della serie A”. E una vittoria da grande squadra (82-61). Pian piano che il palasport di Pesaro si riempiva, le persone si dimenticavano di essere in A2. Perché quando si incontrano VL Pesaro e Fortitudo Bologna si pensa alle sfide scudetto, a quel basket che c’era e che entrambe vorrebbero ritrovare.

Non sarà facile tornare protagoniste in questa stagione che tutti vedono nelle mani di Cantù. Ma di certo, con questa cornice di pubblico tutto diventa possibile. Anche ritrovarsi a cinque minuti dalla fine della partita a + 20 (75-55) con tanto di ribalzo e canestro di un rinato Zanotti. Due punti pesanti, anche perché valgono il sorpasso in classifica, con Ahmad assoluto protagonista, ma a stupire tutti è stata la prova di maturità di Maretto, in entrambi i lati del campo.  E anche questa è una vittoria di coach Spiro Leka.

LA PARTITA

Ci vogliono due minuti per rompere la tensione in campo. Errori al tiro e palle perse, prima dello show di Ahmad che nel giro di tre minuti realizza tre canestri da tre punti, uno diverso dall’altro, con l’apoteosi di quello in transizione dopo il libero sbagliato da Freeman. Attilio Caja è costretto a fermare tutto, perché l’ultima cosa che vuole è che la guardia di Pesaro si esalti ancora di più (11-2) cavalcando il suo anomalo e vincente starting five senza Imbrò e De Laurentiis.

Il primo quarto di Pesaro è luce per gli occhi degli amanti della pallacanestro. E sono in tanti quelli che hanno scelto il palasport, ma tanti di  più quelli davanti agli schermi per la prima diretta stagionale su Rai 2. La Rai ci ha creduto, lavorando a stretto contatto con il team della Lega Pallacanestro guidato da Stefano Valenti, tanto da affidare il promo a Gigi Datome. E alla fine è stata ripagata.

Pesaro ha segnato da ogni posizione, ma soprattutto da tre con Ahmad, che ha chiuso i primi dieci minuti con 15 punti. Nel mentre, la Fortitudo scheggiava ferri, 26% dal campo spiega il 29-11.

La Fortitudo poteva solo migliorare e per riuscirci si è affidata al suo uomo più esperto, Pietro Aradori. Il numero 4 si alza dalla panchina e dopo un paio di ferri, inizia a bucare la retina della Vitrifrigo Ahmad, spettacolare in attacco, non deve conoscerlo perché gli lascia sempre un metro e così, tripla dopo tripla Bologna rimonta. Due time out in pochi minuti di coach Leka sono la fotografia della improvvisa difficoltà di Pesaro che riapre così il match (33-26 al 16’). Il buon inizio di Zanotti non è replicato nel secondo quarto, dove il lungo sbaglia tre rigori.

La Carpegna Prosciutto fatica ora in attacco, è troppo Ahmad dipendente. Soprattutto non si è ancora visto King, che illumina il suo match nel momento più difficile con una tripla che tiene lontana la voglia di rimonta di capitan Fantinelli. Caja e Leka giocano un loro match in panchina, tra proteste, urli e cambi a raffica. È così che con Ahmad in panchina si responsabilizzano i compagni. Maretto su tutti, che trova un grande due più uno, e King. La Fortitudo è Aradori che chiude il quarto con un gioco da quattro punti seguito da una penetrazione al bacio di Fantinelli. A Pesaro c’è partita, eccome (44-37).

Avrà dato tutto Pesaro? La tripla di Bucarelli che apre il terzo periodo, dopo la partita dei ragazzi dell'Antrophos nell'intervallo, dice di no. Certo, poi scattano i soliti due minuti di anti basket, da una parte e dall’altra per fortuna, e il divario non cambia. Leka si gira verso la panchina ma non trova risposte, anche perché Petrovic si scalda da mezz’ora ma non sarà mai della partita. Caja ha alzato la difesa su Ahmad, ma così libera spazi per gli altri piccoli che finalmente hanno capito di dover attaccare il ferro e scaricare. Poi sta a King e Quirino De Laurentiis farsi trovare pronti per costruire il nuovo allungo (53-39). È finita la verve di Aradori, che perde anche un paio di palloni.

Ma soprattutto, dopo minuti da uomo squadra, Ahmad decide che è ora di ricominciare a segnare, come fatto nel primo tempo. in un amen segna sei punti, inclusa una schiacciata in contropiede dopo aver rubato palla proprio ad Aradori (+19 e massimo vantaggio). Caja si infuria, chiama due time out di fila, ma non cambia l’inerzia. E il pubblico di casa esplode nel suo ‘chi non salta è bolognese’ che coinvolge i 7mila biancorossi, mille invece i bolognesi.

È caos totale sugli spalti, ma è caos di nuovo anche in campo con Bologna che alza i ritmi e utilizza Fantinelli e Battistini per raddoppi micidiali insieme con Freeman. Mossa saggia di Caja, che rosicchia qualche punto e approfitta della poca lucidità di Bucarelli in regia (61-48).

Il quarto decisivo coach Leka lo inizia senza pivot, affidandosi alla verve di Lombardi per limitare lo strapotere fisico di Freeman che, orfano di Gabriel uscito per un infortunio al ginocchio dopo il primo quarto, è meno pericoloso. Di certo fanno più male del lungo le giocate in serie Maretto, Imbrò e Zanotti, con l’ala grande che si esalta a tal punto da stoppare anche Bolpin in penetrazione.

L’ultimo è il quarto della squadra, Ahmad non forza nulla, ha capito che il suo l’ha fatto e soprattutto che se necessario può sempre rifarlo. E così, cresce la responsabilità di ogni biancorosso in campo. La tripla di Imbrò in transizione, dopo che Ahmad ha sbagliato una schiacciata al volo all’indietro che avrebbe fatto innamorare mezza Italia. Quella che comunque ha scoperto che in A2 c’è una pallacanestro di qualità, con tanti bravi italiani e qualche americano che merita senza dubbio il piano superiore.

Finisce così nel migliore dei modi l’anno dei biancorossi che con Spiro Leka hanno imparato a vincere, a passarsi la palla e perfino a difendere. Lezione imparata anche da Caja che è stato riportato sulla terra dopo un periodo da superstar.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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