PORTO SANT’ELPIDIO/PALERMO – Il pink power ha invaso le acque davanti al porto di Palermo. In Sicilia si sono ritrovate donne da tutta Italia per partecipare al sesto trofeo nazionale di dragon boat organizzato dalla Lilt, la lega italiana per la lotta ai tumori. Tra di loro, dal Fermano, sono arrivate 25 dragonesse.
Tutte componenti della squadra nata meno di un anno fa all'interno dell'associazione di volontariato Infinitae Odv, che ha come obiettivo quello di dare supporto alle donne operate di tumore al seno. Le dragonesse, che si allenano la domenica mattina, e nell’ultimo periodo anche durante la settimana, hanno la loro base sul lungomare di Porto Sant’Elpidio, nello spazio dei Marinai d’Italia che ospita il dragone, l’imbarcazione su cui si muovono.
Quella palermitana è stata la prima gara ufficiale disputata. Senza esitare, hanno condotto l’imbarcazione che ospita 20 donne che pagaiano, una tamburina e un timoniere, lungo i 200 metri di gara. Con loro squadre da Bari, Cagliari, Roma, Torino, ogni angolo del Paese.
"Abbiamo fatto dei tempi oltre le nostre aspettative - spiega la capitana Barbara Ferroni - un risultato che ripaga tutti gli sforzi e gli allenamenti fatti in pochi mesi e ci prepara alle prossime sfide che condividiamo tutte noi con la coach Silvia Giannini e il timoniere del gruppo, Gilberto Gironacci".
Il rosa in tante sfaccettature è stato il colore dominate che ha invaso il Nautoscopio di Palermo. Il colore della vita, della ripartenza, del guardare avanti con coraggio sempre verso nuovi obiettivi.
Due le formazioni delle Infinitae che hanno gareggiato: “Una – spigano le dragonesse - composta da sole donne operate di tumore al seno, l'altra formata anche dalle supporter, altre donne che non hanno vissuto l'esperienza della malattia, ma che con la loro energia e determinazione supportano tutto il gruppo”.
Una due giorni intensa: il sabato dedicato alle prove del tracciato e all'estrazione delle batterie di gara, domenica il via al trofeo dalle 8.30 del mattino con 400 donne che si sono alternate al ritmo del tamburo e la forza delle pagaiate.
A vincere, classifica a parte, è stata la forza del gruppo, la condivisione di un percorso che guarda avanti. Lo testimonia il fatto che le atlete hanno gareggiato con la propria squadra ma anche con altre, mescolandosi in caso di bisogno per raggiungere i numeri necessari a bordo del dragon boat.
"In mare la vittoria si gioca in una manciata di secondi, ma la lotta per affermare l'importanza della prevenzione ha bisogno di un impegno costante. Manifestazioni come queste aiutano a ricordarlo e aiutano le donne a sentirsi meno donne nella malattia" il commento di una soddisfatta presidente Rachele Zeppilli, che già tornerà in acqua domani pomeriggio per un allenamento a Porto Sant’Elpidio.