PORTO SAN GIORGIO - “Confermata dalla Commissione tributaria, anche in sede di appello, la legittimità dei tributi locali (Imu e Tasi) per più di 25.000 euro, chiesti dal Comune per i beni gestiti dal concessionario del porto turistico ‘Marina di Porto San Giorgio’ – comunica il dirigente dell’Ufficio legale Carlo Popolizio - . La vicenda nasce nel 2017: il ricorrente mpugnava innanzi la Commissione tributaria provinciale gli avvisi di accertamento 2013/2014 sostenendo che il Comune avesse doppiamente tassato una ampia particella catastale. La sentenza della commissione di primo grado dava torto al ricorrente e questi, nel 2018, proponeva appello in Commissione di secondo grado, introducendo ulteriori nuovi motivi, mai dedotti nel primo grado di giudizio.
In sostanza, l’appellante sosteneva che all’interno del compendio immobiliare vi erano ricomprese aree adibite a strade, parcheggi, banchine, campeggi e distributori di carburanti, immobili destinati ad uffici, nonché ristoranti locati a terzi ed, infine, aree destinate al deposito delle sabbie derivanti da attività di dragaggio. Quindi, per tale circostanza, le aree effettivamente utilizzate e utilizzabili dalla società sarebbero state inferiori sicché risulterebbe illegittimo assoggettare a tassazione le intere particelle senza effettuare alcuna distinzione o eccezione, in particolare per quanto concerne l’area destinata a stoccaggio della sabbia”.
Il Comune, difeso direttamente dall’avvocato Popolizio, in coerenza con le norme del processo tributario, non ha accettato il contraddittorio su tale ampliamento della questione su cui decidere.
“La Commissione, accogliendo pienamente le difese del Comune, ha rigettato l’appello, confermato la legittimità della pretesa tributaria e condannato la parte appellante alle spese di soccombenza. L’Ufficio tributi potrà così passare all’incasso” conclude Popolizio.