di Francesca Pasquali
FERMO - Tre morti in tre mesi. E 4.083 lavoratori infortunati. Numeri impietosi, quelli marchigiani, forniti dall’Inail ed elaborati dalla Cgil regionale. Numeri riferiti ai primi tre mesi di quest’anno, che parlano di un aumento dell’1,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso (+50). Durante l’orario di lavoro, escludendo quindi gli infortuni durante il tragitto da o per e quelli con mezzi di trasporto durante il lavoro, che sono in calo, l’aumento è del 3,3%.
In questo inizio d’anno, a infortunarsi sono state soprattutto le donne (+15,2). In calo, invece, gli infortuni denunciati dagli uomini (-4%). Quanto alle fasce d’età, dimezzati gli infortuni degli under 20 e degli over 60. In aumento, al contrario, tutte le altre fasce.
Quanto ai settori lavorativi, s’è registrata un’impennata degli infortuni in campo sanitario e dell’assistenza sociale (+149,7%). In aumento anche quelli in agricoltura (+77,6%), nel trasporto e nel magazzinaggio (+34,7%) e nel commercio (+17,1%). In calo quelli nel manifatturiero (-9%) e nelle costruzioni (-11,9%). Crescono anche le malattie professionali. Tra gennaio e marzo, le denunce sono aumentate del 7,5% (+9,8% tra le donne, con problemi soprattutto del sistema nervoso e osteomuscolare, +6,6% tra gli uomini).
«Ancora troppi infortuni sul lavoro. È inaccettabile. Non possiamo perdere tempo: occorre incrementare gli organici dedicati alle attività di vigilanza di tutti gli enti deputati. Si devono intensificare i controlli e aumentare il numero delle aziende e dei cantieri ispezionati», incalza il segretario della Cgil Marche, Giuseppe Galli.
«Di fronte a questi numeri e alla recente, ennesima, tragedia, non basta commuoversi. Occorre impegnarsi in un’azione forte e decisa da parte di tutti, dalle imprese alle istituzioni, investendo in sicurezza, prevenzione e formazione», aggiunge. Da qui, la richiesta alla Regione «d’intervenire subito e di garantire le risorse necessarie per assicurare livelli adeguati di finanziamento e di organizzazione del sistema di prevenzione».