FERMO - Case occupate, spaccio di droga, merce rubata, risse e accoltellamenti: Lido Tre Archi non cambia. E purtroppo il Covid 19 ha rallentato anche il percorso di riqualificazione avvito grazie al progetto milionario finanziato dall’allora governo Renzi. “Serve un controllo sistematico, siamo stanchi” ha ribadito il comitato degli inquilini.
Che ha subito trovato due alleati. Il primo è l’ex sindaco Saturnino Di Ruscio, oggi dirigente comunale e alla guida dell’associazione Sos Utenti Marche: “Certamente un presidio di Polizia sarebbe la soluzione migliore ma, come effettuato in precedenti esperienze non solo a Fermo ma in altre zone d'Italia, un apposito protocollo per la sicurezza d'intesa tra tutte le forza di polizia, anche comunale, sotto la regia del Prefetto, potrebbe garantire un controllo quotidiano e capillare di tutto il quartiere e rappresentare un valido deterrente per la malavita di ogni tipo. All'interno del protocollo va inserito anche il controllo di vicinato”.
Il secondo alleato politico è il consigliere comunale della Lega Tulli: “La necessità di un presidio permanente di forze di polizia è inderogabile. Subito avevamo evidenziato che i circa 8,2 milioni di euro, provenienti dal bando per la riqualificazione delle periferie, rischiavano e rischiano tutt'ora di essere vanificati per una vera e completa riqualificazione urbanistica e sociale del quartiere. Avevamo interessato la questura e la prefettura per cercare di realizzare, “l‘indispensabile presidio”, proponendo anche la messa a disposizione dei locali di proprietà della amministrazione comunale, siti in via Aldo Moro. Ma il cambio del governo non ci ha permesso di continuare in questo progetto. Progetto che rilanciamo anche oggi alle attuali forze governative”.
Aggiunge poi Tulli: “Paradossale leggere interventi del dirigente Di Ruscio e assistere al silenzio del sindaco Paolo Calcinaro, che come sempre tace sulle questioni importanti”.