FERMO – Chissà se sarà la parola fine. Sta di fatto che la Traviata ‘censurata’ continua a far discutere Fermo, o almeno parte della sua politica. Perché la città, a dire il vero, non è che si sia poi accesa.
Il sindaco Paolo Calcinaro in consiglio ha ribadito le ragioni che l’hanno spinto a bloccare la visione dell’opera ai minori di 14 anni. Il consigliere di minoranza Paolo Nicolai ha argomentato il suo pensiero, chiudendolo con un duro attacco al presidente del consiglio Francesco Trasatti, che è anche componente della Fondazione Rete Lirica delle Marche.
Un attacco che ha fatto arrabbiare più i suoi ‘compagni’ di centrosinistra che la maggioranza. A riprova sono arrivate due note. Una di Catiuscia Gasparroni, consigliera di parità dimissionaria, l’altra dall’intera coalizione Fermo Futura che fa capo a Renzo Interlenghi e raggruppa tutti dal Pd ad Articolo 1.
Per entrambi l’obiettivo di critica non è Trasatti, ma il sindaco ed eventualmente la sua assessora Micol Lanzidei. “Il sindaco ha ribadito la sua linea: ‘Ho seguito le direttive della Fondazione Opera Lirica delle Marche’. Al contempo Nicolai, dopo aver presentato l’interrogazione, si è complimentato per il coraggio del sindaco di difendere le proprie scelte. Ma, è mai possibile non ribattere all’assunto che sia stata la Fondazione a “consigliare” di tutelare i minori dalla visione di “scene di sapore sadomaso con tanto di evirazione”? È possibile solo se poco niente si conoscono i fatti e sicuramente non si è vista l’opera. Il sindaco non l’ha vista e neanche Nicolai probabilmente. L’assessore alla cultura invece l’ha vista ma nulla esprime” sottolinea la Gasparroni.
Che poi aggiunge: “I fatti raccontano una storia diversa, una creazione artistica libera, così come deve essere, che le due Fondazioni (Marche e Lombardia) hanno prodotto. Ricordare infatti che le maestranze sono giovani marchigiani è uno dei tanti meriti della Fondazione che ieri sera sembrava l’unica responsabile dell’accaduto nonché anche delle dimissioni dalla CPO. Vorremo forse far passare l’idea che i soci della Fondazione hanno diritto di visionare prima le creazioni artistiche? Decidere cosa può andare in scena e cosa offende il pubblico pudore? Pensiamo che questo rientri tra i compiti di una Fondazione che produce arte?” prosegue.
Fondazione in cui siede Trasatti, motivo dell’attacco duro di Nicolai che è arrivato a chiudere le sue dimissioni come segnale contro la decisione del ‘suo’ sindaco di bloccare l’opera peer gli studenti. Tema che nessun altro ha però rilanciato.
A cominciare dalla coalizione di centrosinistra, che chiede altro: “Auspichiamo che quanto accaduto spinga il primo cittadino e l’assessora alle politiche per le pari opportunità innanzitutto a ricostituire la CPO recuperando la disponibilità delle dimissionarie, sostituendole quanto prima anche per portare a compimento progetti già avviati, tra cui quello sulle ‘madri costituenti’. Inoltre l’accaduto sia di monito al fine di considerare maggiormente il ruolo della commissione, rispettarne la pluralità dei componenti e soprattutto riconoscerne le competenze e che si possa avviare nei prossimi mesi un percorso educativo e di sensibilizzazione sulle tematiche dell’inclusione sociale e dell’eliminazione di ogni forma di discriminazione”.
Ma di critiche a Trasatti, come avanzate da Nicolai che del Pd è esponente, non c’è traccia: “Il sindaco sembra non negare che sia scaturito da una propria decisione solitaria, unilateralmente senza il coinvolgimento né della Giunta, ma successivamente avallato di fatto dalla stessa, e del Consiglio Comunale. Comportamento censorio aggravato, oltre che da motivi etici, anche dal mancato interessamento dei dirigenti scolastici e della commissione delle pari opportunità”.
Si poteva fare meglio? La Gasparroni non ha dubbi: “Calcinaro più volte ha ribadito che la decisione è stata presa in fretta, tanto da suscitare i complimenti dell’opposizione per il coraggio. Dal 9 dicembre al 9 febbraio mi sembra un tempo per lo meno adeguato a convocare le scuole e farle esprimere sul tema, per sentire il loro parere e magari anche quello della Commissione Pari Opportunità. Sembra ancora possibile che il sindaco abbia seguito le indicazioni della Fondazione Opera Lirica Marche? Indicazioni che valevano poi solo per Fermo ed Ascoli e non per Fano?” prosegue l’ex consigliera.
Indicazioni che però devono esserci state, visto che Calcinaro le ha più volte ricordate la Fondazione guidata dall‘avvocato Ciabattoni non ha mai smentito quelle parole. Conclusioni amare peer Catiuscia Gasparroni, che è stata la prima a metterci la faccia: “I complimenti (ironici, ndr) vanno in pari dose alla maggioranza che ha fatto una scelta politica e all’opposizione che non sa ribattere politicamente, alla Commissione pari Opportunità che si è dimessa perché non poteva parlare e a quella che rimane in carica senza poter lavorare. Mala tempora currunt sed peiora parantur, per Fermo sicuro visto che la libera interpretazione artistica di un sentimento non trova spazio in Consiglio Comunale” (nella foto la commissione al completo dopo le nomine).