FERMO - “Nessuno ha visto Gesù risorgere”. Ma di certo nessuno aveva bisogno di veder diventare l’ultima cena di Gesù un manifesto promozionale di una gelateria. Ma Rocco Pennacchio, arcivescovo di fermo, le polemiche le apre e chiude rapidamente. Certo, quel ‘crea dipendenza’ scritto in grande sotto l’immagine del quadro di Leonardo non è piaciuta al mondo ecclesiastico “perché sembrava irridere la fede cristiana”.
Ma Pasqua è il periodo del perdono e le scuse dei responsabili della gelateria hanno colto nel segno. Si parla così di Pasqua, di resurrezione, di pace con Pennacchio che ha mandato un messaggio ai fermani. “La risurrezione rimane un evento inaccessibile se non attraverso i suoi effetti. La Chiesa da duemila anni si regge sulla testimonianza di un sepolcro vuoto, abitato da segnali (bende, sudario…) che parlano di un cadavere che non c’è più. Eppure ciò che i discepoli di Gesù hanno visto e udito genera la fede nel risorto” spiega l’arcivescovo.
Il sepolcro vuoto è l’emblema del mistero pasquale. “Lì dentro morte e vita si sono affrontate in uno prodigioso duello. Nel sepolcro, infatti, si era conclusa la tragica vicenda terrena di un uomo condannato e giustiziato dal potere del tempo; dallo stesso sepolcro si è sprigionata la forza non della rianimazione di un cadavere ma di una vita totalmente nuova che ha rappresentato un salto di qualità per l’umanità”.
Il sepolcro vuoto “deve spingere ogni persona a vivere da risorto, da persone che continuamente affrontano il prodigioso duello tra morte e vita, che sanno attraversare le “morti” quotidiane della fatica, dell’incomprensione, della sofferenza, della rinuncia all’egoismo e all’aggressività” prosegue Pennacchio augurando buona Pasqua a tutti