FERMO – Giorno dopo giorno escono i nomi dei candidati. Alcuni ufficiosi, altri ufficiali. Tra questi Giambattista Catalini, che è già carico. Come esce dall’ospedale di Camerino, si mette la giacca e diventa candidato. La Regione per lui è possibile, ha fiducia nella lista di cui è punto di riferimento, l’Udc.
“Potrei parlare di tante cose, ovviamente di sanità. Ma ci sono due punti che ho a cuore e su questi assicuro il massimo impegno” spiega il chirurgo.
Il primo è la bretella Valmir-Campiglione che lega Aso e Tenna. “Nel 2021 si sbloccheranno i fondi europei, usiamoli. Se i fermani mi daranno fiducia, lavorerò per unire le due valli, così Fermo sarà davvero un capoluogo di provincia”.
Il secondo è ugualmente infrastrutturale: “Mi piace il progetto dell’acquedotto dei Sibillini che ha in Alati il faro. Un piano non rinviabile, perché l’acqua è in questo momento è un problema e il nuovo acquedotto risolverebbe i problemi. Uniremmo il Pescara alle strutture dell’Ato3,4 e 5”. In realtà c’è anche un terzo punto che lo impegnerà ad Ancona, se sarà eletto: la ricostruzione.
Certo, non può dimenticare Fermo: “Trovo incredibile che si parli di Calcinaro come di un sindaco di destra. Non va mai dimenticato che era al fianco di Nella Brambatti. Secondo me è stato bravo a muoversi e ha fatto fare alla destra la fine delle seppie dentro la nassa, quelle che entrano perché si sentono furbe e vogliono mangiare la foglia e si ritrovano invece bloccate. In questo contento credo che il Pd, con il segretario Nicolai, farà una opposizione dai due volti: da un lato attaccherà, ma dall’altro farà in modo di riprendersi il sindaco che da quel mondo viene”.