TORRE SAN PATRIZIO – Tra un mese termina l’esperienza politica di Giuseppe Barbabella a Torre San Patrizio, già sindaco e oggi consigliere comunale di minoranza Niccolò Minnucci
“Concludo la mia fase da consigliere, un periodo molto complesso. Non è facile fare la minoranza a Torre, se critichi chi governa vieni poi massacrato sui social, con attacchi anche personali. Meglio lasciar perdere, almeno per ora” commenta Barbabella, affiancato da uno dei giovani che cinque anni fa provò con lui a vincere, subendo la decisione del paese di votare Luca Leoni. Che oggi si ripresenta da solo, correndo contro se stesso e il quorum, forte di cinque anni di amministrazione.
Anni che invece Barbabella contesta, soprattutto per un punto. “Si era presentato dicendo no alla porcilaia e alla discarica. La prima è ancora attiva, e anzi ampliata, al seconda è sempre al suo posto. Quello che manca, invece, sono centomila euro spesi per inutili azioni legali” prosegue con in mano le carte e i numeri da contestare.
“Ci sono 80mila euro di spese legali per ricorsi contro il rinnovo dell’impianto della Sam e poi richieste di indennizzo per la discarica. Tra regione e consiglio di Stato hanno perso sempre e il Comune, quindi i cittadini devono pagare. E non sono neppure soddisfatti, visto che anche nel nuovo programma si fa riferimento alle politiche sbagliate nella gestione rifiuti di chi ha governato prima dei suoi cinque anni”.
Ma non solo, oltre a non aver ottenuto nulla in questo campo, c’è anche un’altra sentenza avversa su cui mette il dito Barbabella: “20mila euro da pagare, stando alla sentenza della Corte dei conti per il ricorso presentato contro la mia amministrazione, accusata di aver svenduto le quote della società del gas. Roma ci ha scagionato in pieno e ha condannato a pagare 2imla euro per ogni soggetto che il comune ha coinvolto. In totale circa ventimila euro”.
Quello di Barbabella è un canto del cigno a testa alta: “Hanno provato a infangare chi c’era prima con le vie legali. Ma è andata male. Se la porcilaia cresce di dimensione è perché ha tutte le carte in regola per farlo. Di certo, in questi deve aver smesso di produrre odori, il sindaco non ne parla mai”.
Per Minnucci la scelta di non ricandidarsi alla fine è stata la più logica: “Non ho visto nella popolazione il desiderio di un progetto alternativo rispetto ai cinque anni vissuti. Tutti parlano, ma nessuno si impegna. Cinque anni fa il clima era più attivo, c’era interesse per cambiare. Qui invece si accontentano tutti di un’amministrazione che ha saputo organizzare bene le feste, ma che di fondo ha fatto lavori con i soldi lasciati dall’era Barbabella. Leoni ha solo portato a termine progetti avviati, da vila Zara alle scuole”.
Non ci sarà quindi opposizione consiglio comunale dal 10 giugno. “Speriamo solo che faccia meglio, di certo ci riuscirà se smetterà di spendere in inutili ricorsi le risorse dei nostri cittadini” la chiosa amara di Barbabella.