FERMO – Tommaso e Valeria, ecco i due studenti modello della sezione Informatica dell’Iti Montani. E sono loro, che entrambi fanno di cognome Trasatti ma non sono parenti, a ricevere la borsa di studio dedicata a Giuliano Natali davanti alla moglie Gabriella.
Non è stato facile scegliere i migliori allievi dell’anno scolastico 2023/2024, almeno in otto avrebbero meritato il ‘ricco’ riconoscimento perché al montani, per volontà dell’azienda Sigma di cui Vitali è stato dirigente e cofondatore, il merito vale 500 euro, oltre alla gloria.
Dietro tutto c’è la preside Stefania Scatasta, ma soprattutto gli ex allievi guidati da Carlo Labbrozzi. “Gli ex allievi studiarono qui più di 50 anni fa, poi si sono ritrovati a lavorare insieme. E ora danno lavoro a 500 persone. Quattro anni fa è venuto meno Giuliano e i compagni di allora hanno deciso di dedicare una borsa di studio corposa ai più bravi. Da un lato per ricordare l’amico, dall’altra per veicolare i valori. In questa scuola si impara a essere bravi, preparati, riconoscenti, educati. Poi arrivano l’elettronica e l’informatica” spiega Labbrozzi.
La preside Stefania Scatasta in ogni parola trasmette entusiasmo: “Siamo di nuovo qui, la continuità è importante per i ricordi. La presenza dei ragazzi, degli ex allievi, dei docenti. Quest’anno il valore aggiunto è che siamo dentro il triennio. Un obiettivo importante, perché significa tornare a casa”.
Entrare nel Triennio, dopo gli anni di lavori, è sempre un’emozione. Il sindaco Paolo Calcinaro sceglie parole emozionali: “Entrare qui dentro è sempre bellissimo, respirarne il suo profumo unico e inimitabile. Voi ragazzi vivete un istituto che vi rimarrà vicino dopo il diploma. Siete parti di un mondo che non ci lascia mai. Grazie al lavoro che vi garantirà”.
Pian piano la scuola torna a splendere e a recuperare spazi. “Con la Provincia viviamo il cantiere Montani, che è praticamente il centro storico. Una grande preoccupazione, ma anche un grande progetto per il futuro. Non è solo un luogo di edifici, ma la scuola dove si portano avanti le idee. Al centro c’è il successo formativo, c’è la gioia dei ragazzi che in un luogo bello apprendono in modo più facile. Noi vogliamo far crescere il cittadino capace e in grado di interagire” riprende la dirigente.
Che poi snocciola con Labbrozzi una serie di grazie. Che partono da quello alla Sigma. “Oggi i suoi vertici sono qui per premiare con la borsa di studio dedicata a Vitali. Una azienda che crede nell’investimento sui giovani. Un’azienda con cui collaboriamo per l’alternanza scuola lavoro, è una collaborazione che offre l’opportunità ai ragazzi che incontrano un’azienda leader nel settore, ma anche un momento per i docenti per fare formazione in servizio, misurandosi con il mondo del lavoro, programmando lezioni al passo con i tempi”.
È il momento di Tommaso e Valeria Trasatti. A loro si rivolge Vincenzo Felicioni, l’amico di Giuliano Vitali che parla a nome dei tanti compagni: “Vedete, Giuliano era una persona speciale, altrimenti non saremmo qui. La mia è stata un’amicizia nata fin dalle medie, poi il Montani, i viaggi in pullman, i valori condivisi di due ragazzi cresciuti in famiglie contadine, magari con meno possibilità economiche ma con principi sani".
Oggi potremmo parlare di etica e morale, per loro era etica di campagna, di sacrifici. “Univa bontà, entusiasmo, competenza, determinazione e altruismo. Coerente e mai sopra le righe, era disponibile a mediare. La borsa porta il suo nome ed è stata pensata da un gruppo di compagni di scuola che non si sono rassegnati alla sua scomparsa. La scuola è stata fondamentale per cementare la nostra amicizia. In questa scuola c’è un senso di comunità, di identità condivisa che è unico. qui si unisce l’arte di comunicare al prendersi cura e all’apprendimento. Voi sappiate fare tesoro di questi anni” prosegue Felicioni.
Di certo lo faranno Tommaso e Valeria, studenti al quarto anno scelti tra oltre 120 studenti di Informatica. “D quest’anno – conclude Labbrozzi – la commissione considererà anche il ‘voto in condotta’. La borsa la daremo ai più bravi e ai più educati. Nessuno di noi vuole vivere il dramma che ha vissuto una scuola di Senigallia. Per cui la prima cosa è imparare a stimarsi”.
r.vit.