di Raffaele Vitali
SANT’ELPIDIO A MARE – Il gruppo Tod’s ha chiuso il 2019 con 916,1 milioni di euro di fatturato. Il calo rispetto all’anno precedente è stato del 2,8%, pesa lo stallo del mercato italiano. Un calo contenuto con all’interno una voce positiva: i ricavi dell’ultimo trimestre, 238,4 milioni, crescono dell’1,7% “e questo nonostante gli effetti negativi della piazza di Hong Kong” commenta Diego Della Valle.
Il cambio di segno finale, nonostante il meno che resta a livello annuale, fa ben sperare Della Valle: “Cominciamo a vedere i primi segnali positivi della strategia che non può prescindere dalla qualità dei nostri prodotti, dall’Italian lifestyle raffinato e, sempre di più, dalla componente creativa che attira nuovi consumatori, che amano circondarsi di cose speciali”.
Per restare tra i big bisogna lavorare e investire. Questo Tod’s lo sta facendo da anni, riducendo utili e in alcune fasi il fatturato, ma sempre con un obiettivo finale: “La competizione del settore del lusso è sempre più forte, e pertanto, dobbiamo essere bravi ad avere prodotti sempre speciali e desiderabili”. Per questo il patron sta investendo anche in capitale umano ed è tornato a credere nei direttori creativi: “Chi si siede su questa poltrona sa di dover enfatizzare questi codici”.
Se i fatturati continuano a calare, 40milioni di euro persi nell’ultimo anno, è perché “sempre meno per noi è importante l’apporto del wholesale classico. Questo sacrifica temporaneamente un po’ i fatturati, riteniamo del resto che sia la cosa giusta da fare, per poter controllare completamente la politica distributiva del nostro gruppo a livello mondiale”. La linea di Della Valle è chiara: “Investire per sostenere la notorietà dei nostri marchi, soprattutto in considerazione della sempre maggiore importanza dei nuovi mercati, che richiedono grande attenzione. Il nostro obiettivo è di realizzare in tempi brevi un modello di gruppo omni-channel, che ci permetta di vendere prodotti attraverso la nostra distribuzione diretta, i migliori e-tailers ed i nostri partner dei department stores”.
Un 2020 quindi da affrontare a testa alta, con una incognita: “Escludendo le eventuali ripercussioni, ad oggi imprevedibili, dell’epidemia in atto (il coronavirus, ndr), riteniamo di guardare con ottimismo all’anno in corso, sicuri che la strada tracciata sia quella giusta”. La Cina (215 milioni) ha chiuso il 2019 in crescita del 2,3% ed è il terzo mercato, ormai a ridosso del secondo, ovvero l’Europa.
A riprova dell’importanza che la fascia del lusso ricopre, c’è la crescita del 15% di Roger Vivier (200,6) che è diventato saldamente il secondo marchio del gruppo dopo Tod’s (461,8), superando Hogan (196 milioni). Bene le calzature, che perdono solo l’1,7% e garantendo 730milioni di fatturato.