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Tetto al contante, giusto o sbagliato?

14 Novembre 2022

*Il decreto Aiuti-quater esaminato dal Consiglio dei Ministri giovedì 10 novembre eleva dal 1 gennaio 2023 il tetto al contante, che dagli attuali 2000 euro, invece di scendere a 1000 euro come previsto in precedenza, sale a 5000 euro.

La manovra di Governo è preceduta e accompagnata da polemica politica risalente a quando il 26 ottobre la Lega presenta un progetto di legge per alzare il tetto da 2000 a 10000 euro.

Nulla di sorprendente in verità, se si considera che il programma elettorale della coalizione di centrodestra prevede l’“innalzamento del limite all’uso del denaro contante, allineandolo alla media dell’Unione Europea”.

Comunque sia l’accusa è che alzare il tetto al contante favorisce l’evasione fiscale e l’economia sommersa, quando invece la difesa ritiene l’assunto sia indimostrato e afferma la volontà di favorire le transazioni e l’economia reale.

Chi ha ragione? Esaminiamo i fatti.

-Germania, Austria, Olanda, Lussemburgo non hanno tetti al contante e tra coloro che hanno limiti il più alto è della Croazia a 15000 euro e il più basso è della Grecia a 500 euro;

-In Italia negli ultimi 20 anni, dal 2002, il tetto è cambiato dieci volte, in un range compreso tra 12500 euro e 1000 euro;

-Il rapporto 2021 sull’evasione dell’Iva pubblicato dalla Commissione Europea indica l’Italia (non la Germania o altri Paesi) quale “campione d’Europa”;

-il Rapporto Cashless 2022 di The European House – Ambrosetti presentato a Cernobbio il 31 marzo 2022 afferma che l’Italia nel 2020 è terzultima in Europa per numero di transazioni digitali pro capite e 29° al mondo per incidenza del contante sull’economia, tant’è che il comunicato stampa titolava: “Un paese fortemente dipendente dal contante”.

Ma a prescindere dalla realtà storica, il decreto Aiuti-quater rappresenta innanzitutto culturalmente e quindi operativamente un invito all’evasione e all’economia sommersa?

Dal primo punto di vista, il Governo per incentivare l’utilizzo dei pagamenti elettronici dispone un bonus fiscale di 50 euro per chi installa un registratore di cassa per gli scontrini digitali.

Dal secondo punto di vista, il Governo non tocca alcuno dei tanti limiti esistenti all’uso del contante: 15000 euro per gli acquisti degli stranieri in Italia, 1000 euro per i money transfer, 2000 euro per i cambiavalute, 1000 euro per pensioni, stipendi e compensi della PA, 1000 euro per le realtà sportive; 1000 euro per la clausola non trasferibile sugli assegni; divieto di pagamento contanti per retribuzioni (esclusi lavoratori domestici e occasionali) e condomini.

E poi, obbligo di pagamenti tracciati per spese detraibili al 19% (prestazioni mediche e acquisto medicinali, salvo non si tratti di strutture pubbliche o accreditate al SSN), su lavori edilizi (eccetto bonus mobili e bonus giardini), iva su acquisto carburanti, donazioni a Onlus e altri soggetti del Terzo settore; accertamenti fiscali ridotti nei termini da 5 a 2 anni in favore di soggetti passivi Iva che ricevono o eseguono i pagamenti oltre 500 euro con mezzi tracciati di pagamento.

Comunque ognuno la pensi, da parte mia massimo rispetto per tutti, come pure per un Governo che legittimamente e coerentemente attua il proprio programma politico.

Il mio sogno però è quello di vivere nel prossimo futuro in un mondo semplificato da pagamenti contactless: universale, accessibile a tutti, anche ai cattivi pagatori ai quali oggi le banche possono negare i loro servizi ghettizzandoli; non oneroso, senza costi di commissione per transazioni che ognuna fa perdere valore al nostro denaro; sicuro, al riparo certo da frodi telematiche.

Nell’attesa di questo mondo migliore, godiamoci le banconote volute dalla Banca Centrale Europea, liberamente, ma con moderazione.

*avvocato Andrea Agostini

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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